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Cronaca

Sono 3 milioni i bambini poveri in Italia secondo Save The Children

Sono drammatici i dati sulla povertà infantile diffusi da Save The Children. In Italia oltre 3 milioni di minori vivono in condizioni di forte disagio economico

I numeri sono allarmanti: oltre 3 milioni di bambini vivono in condizioni di povertà, secondo i dati in possesso di Save the Children. Vediamo di districarci tra cifre e percentuali, che in questo caso sono più eloquenti di qualunque commento.

Stando alle rilevazioni della Ong, in Italia (perché purtroppo parliamo del nostro Paese), dal 2008 (anno di inizio della pesante crisi che ancora ci attanaglia), la situazione economica e lo status sociale di molte famiglie italiane con minori a carico è drammaticamente peggiorata, tanto che ben 2.400.000 bimbi vivono in condizioni di povertà “relativa”, e ben 1.400.000 di povertà “assoluta”.

Il che, facendo una semplice addizione, fa 3 milioni e 800mila bambini indigenti che si trovano a non poter contare sui beni necessari per la sopravvivenza (incluso il cibo), o ad aspirare ad un livello minimo dignitoso di vita. Altre cifre ci indicano quanto, solo negli ultimi due anni la situazione economica di troppi nuclei familiari sia letteralmente precipitata.

Basti dire che tra il 2012 e il 2013, i minori in condizioni di povertà assoluta sono aumentati di 400mila unità, e quelli in condizioni di povertà relativa (con concreto rischio di esclusione sociale) di 300mila. La percentuale di bimbi in ristrettezze è maggiore nel Sud Italia, e in generale l’Italia è il Paese dell’Unione Europea dove, secondo l’Indice europeo di Povertà ed Esclusione sociale (AROPE), esiste un maggiore rischio di povertà per i minori.

Come si è potuto arrivare a questa tragica e sconcertante situazione? I bambini rappresentano la fascia debole della società, e sono quelli che soffrono maggiormente della crisi economica sotto ogni profilo. Lo spettro della miseria, che si pensava allontanato da tempo, è di nuovo tra noi.

Bambini provenienti da famiglie monogenitoriali senza reddito, sovente senza neppure una casa, con genitori in cassa integrazione o disoccupati, sono in aumento, e la ragione è anche che tutte le misure e i provvedimenti istituzionali (a livello centrale o locale), per contrastare il rischio di povertà, incrementando l’inclusione lavorativa ed erogando i sostegni economici non sono stati efficaci per contrastare questo drammatico trend.

E questo non perché manchino del tutto le risorse, ma perché tali risorse non vengono spese “bene”, non arrivano a chi ne ha davvero bisogno.

Al momento il nostro Paese spicca per l’assenza di strategie complessive specificatamente mirate a contrastare il fenomeno tra i bambini e gli adolescenti, quali il supporto al reddito e l’occupazione delle famiglie, i congedi parentali, sovvenzioni per la casa e servizi per l’infanzia, mentre le misure messe in campo negli ultimi anni dal governo italiano non sono state in larga parte implementate: basti pensare al Sostegno d’Inclusione Attiva (SIA) o alla social card, i cui criteri di accesso per le famiglie sono risultati talmente farraginosi da non consentire di raggiungere il tetto dei beneficiari che si era stabilito

Spiega Raffaela Milano, Direttore Programma Italia- Europa di Save the Children. Al momento si punta molto sul potenziamento del Sostegno di Inclusione Attiva, già presente nella prossima Legge di stabilità. Ma tali misure si tradurranno in effettivo miglioramento delle aspettative economiche dei nuclei familiari disagiati?

Save The Children prova a definire una possibile strategia, che potrebbe entrare nelle misure governative prossime future. Tra le prime misure urgenti, la Ong suggerisce l’istituzione di un Reddito di inclusione sociale per le famiglie in povertà assoluta, che peraltro esiste già praticamente ovunque, in Europa.

Riteniamo essenziale potenziale ed avviare la sperimentazione del Sostegno per l’Inclusione Attiva su tutto il territorio nazionale, incrementando significativamente la copertura prevista dalla legge di stabilità 2014 e procedere all’immediata utilizzazione dei fondi previsti dal DL 76/2013 (168 milioni di euro) per l’estensione a tutto il Mezzogiorno della sperimentazione precedentemente avviata in 12 città

Prosegue Raffaella Milano. Le fa eco Valerio Neri, Direttore Generale di Save The Chidlren Italia:

La povertà minorile riveste ormai un’importanza fondamentale in tutti gli Stati europei e ci auguriamo che il nostro Governo, in occasione della prossima conferenza europea del 9 ottobre organizzata dalla Commissione Europea sul tema della povertà, voglia dare priorità al fenomeno riportandolo al centro dell’agenda del semestre europeo e partendo dalla messa in atto di misure concrete

Lavoro e tutele, sostegno alle famiglie, sono questi i punti principali su cui battere nei prossimi anni. Per non ritrovarci con intere generazioni “perdute”, che a sognare una vita migliore non ci provano neanche più.

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Fonte| Save The Children
Foto| via Pinterest

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