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Sicurezza bambini

Mamme da legare: La casa è sicura grazie a piccoli accorgimenti

Una casa totalmente sicura è il sogno di ogni genitore: può avverarsi? No.

So di essere un po’ brutale, ma a creare danni è esattamente l’eccesso di sicurezza nei confronti del nido preparato per nostro figlio. I bambini hanno infinite risorse quando si tratta di mettersi nei guai, e una nostra distrazione, dovuta spesso alla stanchezza, può essere pericolosissima. Purtroppo non saremo mai genitori perfetti, ma il nostro scopo non è questo, essendo solo umani, bensì quello di essere i migliori genitori possibili.

Il numero di incidenti domestici che coinvolge i bambini è spaventoso, e tutto ciò che possiamo fare è iniziare a prevenirli il prima possibile. Il mio consiglio è di abituarsi ad alcuni gesti quando nostro figlio non è ancora in grado di camminare o gattonare, e di non aspettare l’ultimo minuto.

Innanzitutto, l’elettricità: iniziamo per tempo a raccogliere cavi e coprire prese. Quei buchini saranno un invito irresistibile per il piccolo. Togliamo dai mobili, dalle ante e dai cassetti in basso tutto ciò che può essere ingerito o che può trasformarsi in un’arma: detersivi, viti, attrezzi, posate. Per farlo (so che vi sembrerà strano), inginocchiatevi e fate un giro della casa per dare un’occhiata “dal basso”. Vi renderete conto anche di quali spigoli coprire con le apposite protezioni. Non lesinate dispositivi per bloccare i cassetti che proprio non riuscite a svuotare: ne trovate di tutti i tipi. Se si tratta di fare fori o di riempire di biadesivo i mobili, pazienza: meglio una credenza rovinata che il figlio al pronto soccorso. Tutti i mobili devono essere assicurati al muro: il bambino ci si isserà per raggiungere qualche soprammobile a lui gradito e, se ne dimenticherete anche solo uno, anche solo una piccola cassettiera che a voi sembra leggera, il sesto senso del piccolo lo porterà esattamente lì. Due buchi nella parete potranno essere sistemati con un po’ di stucco quando vostro figlio sarà cresciuto. Bucherellate pure senza timore. Un’altra rinuncia che dovrete fare sono centrini e coperture sui mobili: i bambini ci si appendono come scimmiette tirandosi tutto addosso. OK, questa è una cosa che ho imparato a mie spese coi gatti, ma si è rivelata utile anche con i cuccioli bipedi…

Il fuoco è un altro argomento “scottante”: se avete un vecchio camino aperto, fate applicare delle ante. Diventeranno comunque roventi, ma non ci sarà il problema della fiamma viva. Per i fornelli, poi, esistono in commercio delle apposite protezioni, una specie di schermo. In realtà, io ancora non le ho trovate, e ho risolto il problema bandendo mia figlia dalla cucina quando cucino qualcosa. Le piante vanno in balcone: salutate temporaneamente il vostro pollice verde e arrendetevi. E salutate anche i balconi: a meno che le ringhiere non siano alte un metro e ottanta, dovrete rendervi impossibile l’accesso. Non sono riuscita a ovviare in alcun modo alle velleità di scalatrice di mia figlia: quando punta un tavolo ci si deve arrampicare. E io non la posso lasciare sola un attimo. Le urla belluine non mi sono state di alcun aiuto: quando la vedo in assetto da scalata, l’unica cosa che posso fare è guardarla dritto negli occhi e intimarle con voce glaciale “scendi”. Di solito funziona, ma la bambina non deve avvertire nemmeno una sfumatura di paura o rabbia nella mia voce. Si potrà fare questa guerra psicologica dieci volte al giorno? Pare di sì.

Occhio anche a cose apparentemente innocenti, come le fruttiere: per esempio, l’uva è un richiamo irresistibile per i pargoli, ma se ingoieranno un acino intero i germi saranno l’ultimo dei vostri problemi. Osservate tutto ciò che ci circonda: se può essere ingoiato, va eliminato. Per le scale esistono i cancelletti che tutti conosciamo, ma accettate un consiglio: cercate di aprirli “di nascosto”: i bambini imparano in un secondo il funzionamento di qualsiasi meccanismo. La verità è che non ci si può distrarre, mai. Ma è altrettanto vero che ci si distrae eccome.

La maggior parte di noi non ha alcuna preparazione sul tema del pronto soccorso: all’esame di scuola guida pregavo affinché non mi capitasse nessuna domanda che iniziasse per “vi trovate sulla scena di un incidente…”. Non ne indovinavo una e, durante le esercitazioni, mi sono resa responsabile di svariate morti e infermità permanenti. Ma qui non si scherza, non è un test. Siamo tenuti a sapere cosa fare e, se nessuno ce lo insegna, dobbiamo impararlo da soli. Io non vorrei vivere nel terrore costante che mia figlia si faccia male, ma mi rendo conto che è quella paura a farmi essere quanto più possibile vigile. Non dico di far girare vostro figlio con un caschetto in testa, né di chiuderlo nel box fino ai 6 anni, ma di non aver paura della paura che si faccia male. In questa pagina troverete un video che ho conosciuto grazie a Internazionale, che spiega come prestare il primo soccorso: dura una mezz’ora, ma guardatelo, riguardatelo. Per un giorno, smettiamo di condividere sui social network citazioni di Madre Teresa e di Coelho e diffondiamo qualcosa di utile. Quando portate vostro figlio all’asilo, non vi preoccupate solo di firmare petizioni affinché vengano installate videocamere per controllare le maestre: preoccupatevi innanzitutto di chiedere loro “avete nozioni di primo soccorso?”. I bambini si fanno male, è un dato di fatto. Si farebbero male anche in una stanza imbottita. La migliore precauzione che possiamo prendere è sapere come agire in questi malaugurati casi. E che Iddio o chi per esso ce la mandi buona.
Foto | Flickr

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