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Salute e benessere

Salute del bambino, guida agli esami del Bambino Gesù

I pediatri del Bambino Gesù hanno elaborato una guida per i genitori con gli esami che spesso i bambini devono fare.

Trombofilia in gravidanza, le linee guida a riguardo

Diventare genitore non significa solamente crescere un bambino ed educarlo, ma prendersi cura della sua salute ed avere maggiore familiarità con diversi termini medici, come il prelievo del sangue, l’emocromo, la raccolta dei campioni di urina, l’anemia ma anche distinguere tra infezione batterica o virale.

“Spesso si è convinti che gli esami possano essere uno strumento imprescindibile per fare delle diagnosi precise. Oppure crediamo che sia fondamentale eseguire periodicamente degli esami del sangue per verificare che un bambino in condizioni di salute apparentemente buone non nasconda qualche problema. Invece non è così: gli esami del sangue dovrebbero essere sempre prescritti in base all’osservazione clinica, e sono le condizioni cliniche che devono guidare il medico all’interpretazione dei risultati”.

Fanno sapere gli esperti dell’Istituto Bambino Gesù, che hanno elaborato una guida agli esami dei bambini.

Emocromo: l’esame più prescritto in tutte le fasce d’età. È il conteggio delle cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine), che consente la valutazione delle loro caratteristiche principali.

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Transaminasi: sono enzimi localizzati all’interno delle cellule e presenti nel sangue, a bassi livelli. Rappresentano un indice molto sensibile di danno del fegato, ma sono un esame poco specifico: il loro aumento può essere causato anche da altre malattie non localizzate nel fegato o più frequentemente da un’infezione o dall’assunzione di alcuni farmaci. È essenziale valutare l’entità e la durata dell’aumento delle transaminasi, che possono essere di 2 tipi: aspartato aminotransferasi (AST o GOT) o alanino aminotransferasi (ALT o GPT). L’aumento dell’ALT è un segno più specifico di danno alle cellule del fegato, rispetto alla AST.

PCR e PCT sono due esami del sangue particolarmente utili per verificare la presenza di infiammazioni o infezioni in corso e adottare la giusta risposta terapeutica. Sono entrambe proteine della fase acuta, prodotte dal fegato. In corso di infezioni virali o infiammazioni non infettive, il livello di PCT (procalcitonina) aumenta leggermente, mentre aumenta nettamente e in poche ore in caso di infezioni batteriche, rivelandosi un buon indicatore per l’avvio della terapia antibiotica. Lo stesso vale per la PCR (proteina C reattiva), anche se, a differenza della PCT, il suo valore può alzarsi sia in corso di infezioni batteriche che per altri tipi di infiammazioni.

Colesterolo e trigliceridi: Le alterazioni dei valori dei grassi nel sangue, e in particolare l’aumento del colesterolo, sono riconosciuti tra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, perché responsabili della formazione delle cosiddette “placche” di aterosclerosi.

Esame delle urine. È un test comunemente prescritto per indagare la presenza di malattie o di infezione dei reni o delle vie urinarie. Idealmente, il campione di urina va raccolto durante la parte intermedia della minzione, per evitare la contaminazione con cellule e batteri presenti sulle vie urinarie esterne.

Test per le allergie
. Sono tre gli esami consigliati. Lo Skin Prick Test (SPT) è un esame cutaneo che viene eseguito a livello ambulatoriale da personale sanitario. Potrebbe risultare fastidioso per il piccolo, ma non doloroso. Dopo 15 minuti si valuta la reazione cutanea ottenuta in corrispondenza di ogni allergene posizionato sulla pelle scalfita. Il RAST (Radio Allergo Sorben Test) è invece un esame eseguito attraverso un comune prelievo di sangue, attraverso il quale il medico potrà avere conferma dello stato di sensibilizzazione allergica ipotizzata. Il TPO (Test di Provocazione Orale) è il metodo più affidabile per confermare la diagnosi di allergia alimentare, e consiste nella somministrazione diretta dell’alimento sospetto. Si svolge necessariamente in ospedale sotto la costante supervisione di personale medico e infermieristico.

Nessun esame prima dei bambini. Non esistono infatti al momento test capaci di prevenire il rischio di reazioni avverse, per cui l’esecuzione di esami di laboratorio per individuare persone a rischio di sviluppare effetti collaterali da vaccini è inutile. Solo in casi molto particolari, che vengono gestiti in ospedale, possono essere utili test allergologici preliminari per scongiurare reazioni allergiche gravi, che sono comunque rarissime.

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