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Cronaca

Leggenda di San Nicola scuola primaria: da San Nicola a Santa Klaus, arrivando a Babbo Natale

San Nicola, Santa Claus e Babbo Natale sono tutti la stessa persona? Ecco la leggenda di San Nicola, da raccontare anche ai bambini della scuola primaria.

San Nicola

Conosciamo tutti la figura di Babbo Natale. Vive al Polo Nord (o in Lapponia o a Rovaniemi a seconda delle versioni), ha una lunga barba candida, ha una passione per i vestiti e i cappelli rossi, viaggia su una slitta trainata da renne e nella notte fra il 24 e 25 dicembre riesce nell’incredibile compito di portare i regali di Natale a tutti i bambini del mondo. Tuttavia questa è solamente la versione attuale di Babbo Natale, la storia e la leggenda delle sue origini è molto più antica. E coinvolge due altre figure: San Nicola e Santa Claus. Vediamo come si è passati da San Nicola a Santa Claus fino ad arrivare all’odierno Babbo Natale.

Leggenda San Nicola: in origine fu San Nicola

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Tutto sembra che possa partire da San Nicola, vescovo di Mira nato intorno al 280 d.C. San Nicola fu vittima delle persecuzioni dei romani contro i cristiani e passò parecchi anni in prigione. Questo almeno fino al 313, quando Costantino promulgò l’Editto di Milano che autorizzava il culto. Le immagini rimaste nell’iconografia tradizionale di questo San Nicola non corrispondono proprio all’immagine attuale di Babbo Natale. Certo, viene raffigurato come una persona anziana, ma con corta barba bianca e radi capelli bianchi, corti anche essi.

Secondo l’analisi dei resti umani conservati nella cripta della Basilica di San Nicola di Bari, reliquie del santo, San Nicola aveva l’aspetto di un uomo anziano, dalla carnagione olivastra, con barba e capelli grigi, non bianchi.

Ma come ha fatto questo San Nicola a diventare un fornitore di regali per bambini a Natale? Pare che tutto sia stato merito di un paio di leggende diffuse in Europa nel 1.200. La prima parla di un giovane San Nicola, già vescovo, che salvò tre ragazze dalla prostituzione, donandogli in segreto tre sacchi d’oro al padre. Costui poté così salvarsi dai debiti e dare una dote alle figlie. La seconda, invece, vede San Nicola entrare in una locanda dove l’oste aveva ucciso tre ragazzi. Non pago, l’uomo li aveva fatti a pezzi, messi sotto sale e serviti agli avventori. San Nicola non solo riuscì a scoprire le vittime, ma le resuscitò anche. Queste leggende possono spiegare l’affinità di San Nicola con bambini e ragazzi, ma manca ancora un passaggio per farlo diventare Babbo Natale.

Leggende San Nicola: da San Nicola a Santa Claus

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In qualche modo il culto di San Nicola, protettore dei bambini, riuscì ad arrivare dal Mediterraneo al Polo Nord. Per molti anni, San Nicola venne festeggiato il 6 dicembre (cosa che accade ancora adesso). Probabilmente, col passare del tempo, San Nicola si fuse con alcune delle caratteristiche di divinità pagane come il Saturno romano e l’Odino nordico, entrambi rappresentati come anziani dalla barba candida capaci di volare.

Durante la Riforma Protestante, però, il culto dei santi venne abolito nell’Europa del Nord. Rimaneva così un problema fondamentale: a chi far portare i regali per i bambini? Si partì da Gesù Bambino, quindi la data dei festeggiamenti venne spostata dal 6 dicembre al Natale. Solo che Gesù sembrava troppo piccino per poter portare tutti quei regali e venne affiancato da aiutanti un po’ più forzuti, talvolta capaci di incute timore. Nei paesi di origine germanica, nacquero così figure come i Krampus, aiutanti di San Nicola. O figure come Ru-klaus, Pelznickel o Aschenklas, personaggi che portavano i doni ai bambini buoni e le frustate/rapimenti per i bambini cattivi. O anche la figura del finlandese Joulupukki, discendente delle capre che trainavano il carro di Thor, quindi mezzo uomo e mezza capra.

Leggende San Nicola: da San Nicola/Santa Claus a Babbo Natale

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Questo mix di San Nicola e Santa Claus arrivò poi negli Stati Uniti con l’immigrazione. Solo che qui il Natale aveva assunto un aspetto del tutto diverso. I Puritani lo ignoravano, mentre tutti gli altri lo trattavano come una festa pagana, ubriacandosi solamente. Anche in Inghilterra lo si festeggiava così, non c’era nessuno che portasse doni.

Ma ecco che arriviamo all’Ottocento: alcuni poeti e scrittori riportarono in auge la figura di San Nicola. Washington Irving, in un suo libro, parlava di un San Nicola che volava sopra i tetti sul suo carro volante, portando regali ai bambini buoni. Successivamente arrivò anche Santa Claus, vestito di pelliccia. Questo Santa Claus portava doni, punizioni e il suo carro era trainato da una renna sola.

Andando avanti le renne divennero otto e il carro si trasformò in una slitta, tutto a causa di una poesia di Clement Clark Moore. Arriviamo a fine Ottocento: il disegnatore Thomas Nast diede omogeneità alla figura di Santa Claus, trasformandolo in un uomo anziano e robusto, dal pancione, vestito di rosso con bordi di pelliccia bianca e con slitta trainata da renne (di cui una, Rudolph, secondo la leggenda avrebbe il naso rosso). La figura ottenne una certa standardizzazione come Babbo Natale anche grazie alla pubblicità della Coca-Cola. Ecco che questo Santa Claus fece il suo ritorno trionfale in Europa, con il nuovo nome di Babbo Natale, sostituendo così i vecchi San Nicola e Santa Claus. E decisamente più bonario soprattutto rispetto ai Santa Claus del passato.

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