Crescita
Nati per leggere e i laboratori formativi per genitori: ce ne parla la dottoressa Giorgia Golfetto

Abbiamo già parlato sia di Nati per Leggere sia dei laboratori formativi condotti da Giorgia Golfetto nell’ambito di questo progetto. Nell’intervista le abbiamo chiesto non solo di parlarci del suo lavoro, ma anche di darci qualche consiglio su come scegliere i libri per i nostri bambini, magari suggerendoci lei per prima alcuni titoli.
Ci introduce il suo lavoro e ci racconta come è nato il suo incontro con il progetto Nati per Leggere?
Ho conosciuto il progetto NPL nell’ambito dei miei studi universitari e poi ho partecipato alla realizzazione di diverse iniziative locali a sostegno di tale progetto. Dal 2008 sono membro del Coordinamento regionale “Nati per Leggere” in Veneto, all’interno del quale ho collaborato alla elaborazione e alla realizzazione di diverse iniziative di promozione del progetto NPL a livello locale, quali la giornata di apertura straordinaria domenicale delle biblioteche del Veneto (11 maggio 2008), il convegno “Da un’idea alle buone pratiche” (Verona 3 dicembre 2008) e il piano formativo che, con l’appoggio delle Province, si vuole diffondere a tutti gli operatori che in varia misura di occupano del sostegno e dello sviluppo di Nati per Leggere.
Perché, come lei suggerisce negli incontri, leggere è famigliare?
Il messaggio che propongo è relativo all’importanza di creare un rapporto di familiarità tra il bambino ed il libro, in netto anticipo rispetto all’età in cui il bambino stesso sarà in grado di leggere autonomamente. Il termine familiarità sta ad indicare la confidenza e la dimestichezza legate ad una lunga ed assidua consuetudine con il libro e la narrazione all’interno del primo e privilegiato contesto educativo: la famiglia.
È cruciale per la vita del bambino che i libri e la lettura diventino dimensioni legate alla consuetudine quotidiana e, quindi, che rientrino nei contesti educativi più significativi per il bambino fin dalla nascita, ovvero la famiglia e i servizi educativi che si occupano delle famiglie e della prima infanzia, quali, ad esempio, nidi, scuole dell’infanzia, biblioteche, ludoteche, centri per l’infanzia, centri per le famiglie, ambulatori e reparti pediatrici, consultori familiari ecc.
Per realizzare l’obiettivo di promuovere la familiarizzazione con la lettura fin dalla primissima infanzia è necessario coinvolgere direttamente le famiglie e seguirle in un percorso educativo-formativo che le conduca a creare, sviluppare e mantenere, all’interno del proprio ambiente, le condizioni necessarie per la nascita e lo sviluppo del piacere della lettura.
Ha notato differenze nel suo lavoro man mano che gli anni passavano ovvero le sembra che l’importanza della lettura sia stata recepita nel tempo?
Ho notato, seppur in questi pochi anni, che l’attenzione rivolta alla letteratura per l’infanzia, all’educazione alla lettura e al ruolo dei genitori nel rendere familiare la lettura ai bambini fin dall’infanzia è sempre maggiore e che, pur con fatica e tempi un po’ lunghi, l’impegno che sto investendo, nel promuovere attività e progetti di formazione con genitori ed altre figure educative nell’ambito dell’educazione precoce alla lettura, suscita sempre maggior interesse e risposta negli enti e nelle agenzie che si rivolgono alle famiglie e alla primissima infanzia.
Il lavoro che lei svolge mi sembra che offra tanto sia al gruppo sia a chi dirige le operazioni. Che cosa le regalano questi incontri?
Tenendo ben presente che negli incontri il genitore è al centro ed io (come formatrice) divento parte integrante del suo processo formativo, essendone coinvolta direttamente, posso dire che imparo molto dai vissuti delle famiglie, dallo scambio di esperienze e consigli, dalle dinamiche di gruppo che si instaurano, dai racconti dei genitori sul rapporto adulto-bambino-lettura.
Inoltre, non essendo ancora mamma, l’incontro con i vissuti dei genitori rispetto ai loro figli è per me occasione di scoperta di un mondo di relazioni che “conosco” dai libri e da esperienze altrui ma che, praticamente, mi è ancora ignoto.
C’è stato qualcuno che l’ha particolarmente sorpresa?
Non c’è un episodio o una persona in particolare, ma, in generale, mi sorprendo sempre della carica positiva dei genitori, della creatività e del grande bisogno di mettersi in gioco e di confrontarsi con gli altri genitori su esperienze similari. Regolarmente accade che di fronte ad un primo atteggiamento di dubbio o diffidenza nei confronti del percorso formativo, con un itinerario in cui è richiesta una certa disponibilità a mettersi in gioco e a “ritornare un po’ bambini”, segua poi una grande disponibilità al coinvolgimento, alla partecipazione attiva e un intenso desiderio di confronto reciproco.
Che consigli darebbe ad un genitore che deve comprare un libro per il proprio figlio?
Innanzitutto, conoscere i libri: andare in biblioteca a sfogliarli, farsi consigliare dal bibliotecario, documentarsi consultando bibliografie specializzate (che si possono reperire in biblioteca o all’interno di siti dedicati, riviste del settore ecc.), andare in librerie specializzate in letteratura per l’infanzia, essere consapevoli che molti libri per bambini sono scadenti, quindi non prendere in prestito o acquistare il libro solo in base alla lunghezza o al prezzo, per esempio, ma affinare le abilità di scelta, facendo riferimento ad altri criteri, come per esempio, l’originalità della storia, la qualità delle illustrazioni, il materiale e il formato del libro, l’autore e la casa editrice.
Per prima cosa, conoscere i gusti del proprio bambino, fare riferimento alla sua età, alle sue esperienze, sceglierli insieme a lui/lei. Poi, proporre l’attività di lettura come un momento di piacere, di coccola e di relazione esclusiva con il bambino. Essere interessati ed appassionati ai libri che proponiamo al bambino. Avere libri in casa e farci vedere leggere, essere di buon esempio. Lasciare che il bambino sviluppi un rapporto autonomo con i propri libri. Costruire un “angolo dei libri” in casa per i libri del bambino. Portarlo in biblioteca (fare la tessera, prendere in prestito libri, partecipare alle letture animate), in libreria e in tutti quei luoghi/occasioni in cui venga fatta promozione della lettura (mostre, eventi, letture animate ecc.)
Ha appena detto che “molti libri per bambini sono scadenti”. Rivolgendosi a case specializzate nel settore ci si mette un po’ al sicuro o no?
Sì, ci sono diverse case editrici specializzate in produzioni per bebè, bambini e ragazzi, con dei progetti editoriali molto curati. Ribadisco però l’importanza di non fermarsi a libri di una sola casa editrice, ma di cercare il più possibile di conoscerne diverse, per farsi una propria idea dei loro prodotti e per trovare anche quella/e i cui progetti editoriali rispondono maggiormente ai nostri gusti di lettori. Esistono alcune riviste specializzate, che si possono trovare in biblioteca, nelle quali troviamo numerosi suggerimenti di libri che ci permettono così anche di scoprire le diverse case editrici. Inoltre, la maggior parte di esse possiede un sito internet, nel quale possiamo navigare per “sfogliare” il catalogo delle proposte. Interessantissima è la fiera internazionale del libro per ragazzi che si tiene a Bologna, in cui tantissime case editrici italiane e straniere presentano ed espongono i loro prodotti e cataloghi.
Pensa che gli audiolibri possano essere usati come i libri tradizionali?
Gli audiolibri sono uno strumento utilissimo che va utilizzato in maniera complementare ai libri tradizionali; ovvero, oltre a dedicare del tempo alla lettura condivisa con il bambino, l’esperienza della lettura può essere arricchita tramite l’utilizzo degli audiolibri. Da valorizzare l’utilizzo di audiolibri in lingua straniera specie quando il bambino è molto piccolo per farlo familiarizzare con sonorità, parole e fonemi di altre lingue. Ai bambini molto piccoli la voce della persona che legge per lui e con lui è fonte di grande emozioni e di forte rassicurazione.
Tuttavia, arricchire questa esperienza anche con la proposta di audiolibri di qualità o di libri che propongono sia la versione in cartaceo sia il cd con la lettura ad alta voce effettuata da un professionista è un modo ulteriore per rendere la proposta dei libri un momento di piacevole intrattenimento e di scoperta del mondo e di se stessi.
Ci consiglia cinque libri che secondo lei non dovrebbero mai mancare nella libreria di famiglia?
Difficile, dipende molto anche dai gusti personali. Ovviamente, vi sono innumerevoli capolavori dedicati all’infanzia e non solo, nel senso che quando un libro è un capolavoro lo è per tutte le età e per tutte le persone, quindi limitarsi a suggerire 5 libri è sicuramente riduttivo. Mi posso esprimere proponendo 5 libri di indubbia qualità, ma che consiglio perché mi emozionano particolarmente, quindi il criterio soggettivo è prevalente:
– S. Bordiglioni, C. Carminati, P. Formentini, R. Piumini, G. Quarenghi, B. Tognolini, Gocce di voce, Fatatrac, 2006
– S. Lee, L’onda, Corraini, 2007
– H. Bichonnier, Pef, Il mostro peloso, Emme, 1985
– E. Carle, Il piccolo bruco maisazio, Mondadori, 1989
– A. Abbatiello, La cosa più importante, Fatatrac, 1998
Qual è il libro della sua infanzia che ancora ricorda?
Personalmente, non ho avuto molte esperienze di lettura prima della scuola dell’obbligo, però ricordo molto bene che la mia vicina di casa aveva diversi albi illustrati, di grande formato, che riproducevano i lungometraggi più storici della Disney e che sfogliavo continuamente; inoltre, la mia mamma mi raccontava moltissimo le fiabe classiche e avevo un audiolibro della fiaba di Andersen La piccola fiammiferaia che non mi stancavo mai di ascoltare. Un’altra signora anziana amica di famiglia mi leggeva delle storie da un grande librone, di cui però ho pochi ricordi. Il primo libro che mi ha segnato, ma che ho letto in autonomia, durante uno dei primi anni della scuola elementare, è stato Le streghe di Roald Dahl, autore inglese di grande fama, che ha scritto alcuni dei capolavori contemporanei della letteratura per ragazzi.
Giorgia Golfetto è Dottore di Ricerca in “Scienze pedagogiche, dell’educazione e della formazione”. Si è interessata al rapporto tra lettura e bambini sin dalla sua tesi di dottorato intitolata “L’educazione alla lettura in famiglia e il sostegno alla genitorialità”. Dal 2006 si occupa di itinerari formativi con genitori e di corsi di formazione, aggiornamento ed approfondimento per insegnanti, educatori professionali e bibliotecari; ha tenuto, inoltre, lezioni presso corsi universitari, master, corsi di perfezionamento e corsi abilitanti speciali per insegnanti.