Crescita
Scuola materna e ora di religione: è davvero possibile scegliere?

Mia figlia frequenta una scuola materna pubblica e non è battezzata. Ho spiegato altre volte come intendiamo regolarci per l’educazione religiosa della bambina. In uno dei commenti ricevuti un genitore si chiedeva cosa sarebbe successo una volta arrivati alla scuola materna. Ecco la mia esperienza.
Noi abbiamo escluso tutte le materne private perché tutte con un orientamento fortemente cattolico. In realtà anche perché non possiamo permettercele, ma se anche avessimo potuto avremmo rinunciato. Ci sembra infatti prematura, in ogni caso, un’ora dedicata esclusivamente all’insegnamento della religione cattolica.
Devo anche precisare che pur non avendo battezzato la piccola e non accettando l’ora di religione, non siamo due estremisti in senso contrario: nostra figlia conosce il presepe e la storia della famiglia di Betlemme, entra con noi a visitare le chiese, conosce religiosi che fanno parte da sempre della nostra vita. Detto questo, la materna pubblica ci ha lasciati perplessi.
Al momento dell’iscrizione, potevamo scegliere se farle frequentare o meno l’ora di religione e noi abbiamo deciso per il no. Quando però è iniziato dicembre, la piccola, ha 4 anni, ha cominciato a farci domande divertenti del tipo: mamma perché tutti cantano a Gesù? Festeggiano la sua nascita, ho risposto e mi è sembrata soddisfatta.
Qualche giorno dopo ha cominciato a cantarci una canzone sulla nascita del bambinello e a recitarci una poesia che parla di Gesù bambino. Al che le ho chiesto se per caso aveva imparato tutto questo dalla maestra (ometto il nome) che credo sia l’insegnante di religione. Ma non era così.
Tutta la piccola recita scolastica per il natale era in realtà improntata sulla nascita di Gesù e così la poesia che hanno imparato. Giustissimo, in fondo il Natale è quello. Tuttavia mi chiedo che senso abbia parlare di ora di religione se poi nelle attività quotidiane la religione è presente. La classe frequentata da mia figlia, inoltre, è una classe con bambini provenienti da varie parti del mondo e suppongo che non tutti siano cattolici.
A Pasqua sicuramente ci ritroveremo nella stessa situazione. Diciamo che per ora ho deciso di prenderla con filosofia, perché per lei la storia di Gesù è come le altre storie che sente raccontare e se io non calco la mano in un verso o nell’altro lei non ci fa caso. I problemi verranno più in là, con le elementari, con la prima comunione.
Però allora sarà grande abbastanza per ascoltare le nostre spiegazioni e magari ci saranno nuovi programmi in cui si fa storia delle religioni. Inoltre, noi abbiamo il vantaggio di vivere in una cittadina piena di stranieri e non si troverà ad essere l’unica mosca bianca tra i banchi di scuola, come accadeva ai miei tempi, più di trent’anni fa.
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