Cronaca
I preziosi suggerimenti di Adriana Cantisani di Sos Tata – Prima parte

Chi la segue in Tv, su Fox Life dove va in onda il seguitissimo programma SOS TATA, potrebbe limitarsi a pensare che è una persona dolce, simpatica, che ci sa fare con i bambini perché ha studiato e fa questo di mestiere. E già così, Adriana Cantisani incanta e conquista genitori e bambini. Ma quando poi la conosci davvero, la senti parlare fuori dalle righe e la guardi dritto negli occhi capisci che lei è una di quelle persone magiche che vorresti avere sempre lì, dietro l’angolo per un sorriso, un consiglio o anche per farsi raccontare una delle sue storie fantasticamente vere.
Io ho conosciuto la Tata Adriana ieri a Bimbinfiera dove era presente con uno spazio dedicato proprio ai consigli per genitori disperati alle prese con bimbi monelli. E’ lì che ho scoperto un po’ di più di questa bella donna nata in Uruguay e cresciuta negli Stati Uniti. Si è laureata in lingue (studi italiani) con indirizzo in psicologia cognitiva per l’apprendimento linguistico, conseguita presso la University of California, a San Diego. In Italia ci arriva per amore perché sposa appunto un italiano.
Lavorando come insegnante, un bel giorno decide di inventare un nuovo metodo di insegnamento per l’inglese che chiama “English is fun”. La sua creazione è un gran successo tanto da diventare metodo ufficiale del British Institutes, leader nel settore delle scuole di lingue, e di BabyWorld, leader nel franchising di asili nido.
Adriana, che ha anche una pagina su Facebook con oltre 1500 fan, dopo essere stata presa d’assalto alla Fiera dai genitori accorsi per seguire i suoi consigli, ha accettato molto gentilmente, di fare un’intervista per Bebeblog. Eccovi le sue risposte!
Adriana, la maggior parte delle mamme oggi lavora e anche per tante ore. Il risultato è che i figli crescono con le baby-sitter, con i nonni oppure all’asilo nido. Qual è, secondo te, la soluzione migliore?
Non esiste una regola d’oro. Ogni famiglia deve trovare la soluzione giusta per le sue esigenze. Molti, per esempio, credono che i bambini cresciuti dai nonni siano troppo viziati. Sarà anche vero, ma la nonna è sempre la nonna! Non c’è niente di più bello di una nonna che offre al nipotino coccole express ad ogni momento o di un nonno che gli compra un gelatone anche se manca poco alla pappa. Sono momenti unici che hanno un valore enorme: i nonni non vivranno in eterno e facendogli passare del tempo con i nostri figli gli facciamo un regalo immenso. E anche per i bambini, l’affetto dei nonni è fondamentale. E’ tenerezza e allo stesso tempo saggezza. Perciò, lasciamoglielo godere. Per la baby-sitter, l’importante è riuscire a fare la scelta giusta. Io consiglio di scegliere una persona che sia almeno sopra i 30 anni, che abbia delle conoscenze di base su come si cucina e come deve essere un pasto ben equilibrato, che abbia delle nozioni di pronto soccorso e con cui ci si possa sedere per impostare un piano educativo. Il nido può essere una buona soluzione perché il bimbo impara a socializzare e a seguire delle regole. Ma l’importante è non esagerare: ogni tanto facciamogli prendere una pausa e magari mandiamolo dai nonni così non gli pesa troppo.
Qual è la fascia d’età più difficile da gestire? Quella in cui noi mamme siamo messe a dura prova e per cui tu sei maggiormente interpellata?
Noi in inglese li chiamiamo i “terrible twos”, ovvero i bambini dai 2 ai 4 anni. Dai due anni in poi succedono tante cose: iniziano a parlare, indicano tutto ciò che vedono e ciò significa che sanno che ogni cosa ha un nome. Inizia lo sviluppo del linguaggio e della logica (anche se è ancora pre-logica), ma sono ancora piccoli e non riescono a comprendere le nostre ragioni.
E allora che si fa? Spesso prendono dei capricci assurdi e non si riesce a farli smettere e allora per noi è facile perdere la pazienza. Qual è la soluzione che consigli?
A quest’età il bambino è già abbastanza furbo da aver capito quali sono i comportamenti che ci fanno arrabbiare. E li mette in atto perché in questo modo richiama la nostra attenzione. Molte mamme allora cercano di spiegare perché, per esempio, non bisogna buttare l’acqua del bicchiere per terra. Ma è tutto fiato sprecato!! Il bambino ancora non può capire un ragionamento di questo tipo. La cosa migliore è prendere, girare i tacchi e andar via non prima di avergli lanciato uno sguardo carico di NO e disapprovazione. Lasciamo pure che continui a frignare e – dopo esserci assicurate che non ci sono pericoli in giro – andiamo in un’altra stanza. Vedrete che dopo un po’ lui si calmerà e vi verrà cercare perchè avrà capito che non serve a niente continuare a fare quel capriccio.
Per il momento, mi fermo qui. Chiudo il mio quaderno dove ho appuntato l’intervista e vi dò appuntamento a domani per scoprire quali altri preziosi suggerimenti Adriana ha dato a noi di Bebeblog.