Cinema e Video
Une vie toute neuve: la storia di un’adozione al cinema

Il dramma dell’abbandono per un bambino é una ferita che difficilmente riuscirà a rimarginarsi. La regista Ounie Lecomte nel film “Une vie toute neuve” (Una vita nuova) ci racconta la deliziosa storia di una bimba coreana, Jinhee, che nonostante l’abbandono da parte del padre resiste attendendo con tanta speranza l’arrivo di nuovi genitori che l’adotteranno e sapranno darle tutto l’amore di cui ha bisogno.
Il padre l’abbandona in orfanotrofio promettendole di tornare ma in realtà la sta lasciando per sempre. Le stagioni scorrono, alcuni bambini vengono adottati da coppe straniere e questo fa emergere la speranza che un giorno arriverà “una nuova vita” anche per lei, che la ripaghi di tutte le sofferenze passate.
Il film, ambientato in una piccola città della Corea del Sud, nel 1975, prende spunto proprio da un episodio della vita della regista che a nove anni, lascia la Corea per la Francia, dove viene adottata. La Lecomte racconta con delicatezza una situazione che ha vissuto e ha saputo superare grazie all’adozione. Il racconto profondo ci narra di un dramma interiore che viene combattuto con la dolcezza da una piccola bambina in lotta con il mondo, che non é stato buono con lei, nella speranza che il futuro sia finalmente più colorato.
La pellicola, già presentata al Festival di Cannes nel 2009 é stata recentemente premiata nella sezione “Finestre sul Mondo”, alla ventesima edizione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e d’America. Date un’occhiata la trailer, dopo il salto: in queste poche immagini emerge prepotentemente la sensazione di dolore che la bambina porta con sé, e noi soffriamo intimamente con lei.