Cronaca
Le prime parole dei bambini e i possibili problemi

Quando i nostri bimbi iniziano a parlare quasi non ci sembra vero: la loro vocina pian piano inizia a farsi sentire e per noi è un’emozione continua. Accade quasi sempre nell’arco del primo anno di vita e purtroppo non sempre tutto fila liscio perchè a volte è proprio questo il periodo in cui si manifesta un disturbo specifico del linguaggio (Dsl), che a sua volta è un indicatore di possibili disturbi dell’apprendimento, dell’affettività e della condotta.
È, infatti, in questa fase molto precoce che inizia a formarsi un vocabolario minimo fatto di brevi parole a due sillabe, tipiche dell’età (mamma, papà, pappa, nanna), che si arricchisce e migliora nei pochi mesi successivi. A 24-30 mesi, quando in genere il bambino accede alla scuola materna, è in grado di parlare e di esprimersi facendosi comprendere bene.
Ma quando dovremmo preoccuparci ed eventualmente rivolgerci ad uno specialista? “Se nel primo anno di età il bambino non ha acquisito l’uso di parole brevi” spiega Tiziana Rossetto, presidente della Federazione dei logopedisti italiani “esiste, ancora con un’ampia variabilità, il rischio di sviluppare il disturbo specifico del linguaggio. Se tra i 12 e i 18 mesi il linguaggio non progredisce, non si acquisisce una gestualità in grado di farsi capire, è importante rivolgersi a uno specialista, ma è intorno ai 18-24 mesi che diventa chiaro se il bambino ha Dsl, che viene definito specifico proprio perchè non dipende da deficit cognitivi, psicologici o emotivi”.
I disturbi specifici del linguaggio colpiscono circa l’8% dei bambini, per lo più i maschi, in età prescolare e in età scolare e tendono a evolvere in disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) vale a dire la difficoltà di apprendere in aree specifiche quali la lettura (dislessia), la scrittura (disortografia) e le abilità di calcolo (discalculia). Se non riconosciuti e trattati, possono comportare un impatto negativo per l’autostima e la qualità della vita scolastica e famigliare del bambino.
Il pediatra ha un ruolo importante per monitorare il bambino fin dalle fasi prescolari precoci e indirizzare a un’equipe specialistica formata da un logopedista, cioè colui che si occupa nello specifico di prevenzione e nel trattamento dei disturbi del linguaggio e della comunicazione e da un neuropsichiatria infantile.