Educazione
Asilo nido: una scelta solo per le mamme che lavorano?

Alcune mamme scelgono di non mandare al nido i propri piccoli a meno che non sia strettamente necessario. Conosco donne che anche avendo più di un figlio hanno fatto i salti mortali e aspettato che arrivassero i fatidici tre anni per cominciare la scuola materna. Non ho statistiche a mia disposizione, ma, nella mia personalissima esperienza, al sud il nido è meno “sentito”.
Diciamo che si da per scontato che un bambino non debba stare lontano dalla mamma nei suoi primi anni di vita. Certo, poi se subentrano necessità lavorative è tutta un’altra questione. Quello che però mi chiedo stavolta è se il nido è una buona scelta anche per le mamme che non lavorano.
Personalmente, credo che un bambino almeno fino ad un anno di vita debba stare quanto più è possibile con la propria famiglia. Ci sono però occasioni in cui il nido può rivelarsi un’utile risorsa. Se la mamma, ad esempio, soffre di depressione post partum o fatica a riprendersi dai primi mesi di vita del bambino, il nido può offrirle del tempo per riprendere fiato. Potrebbe essere una buona soluzione anche se solo per pochi mesi.
Se è in arrivo un fratellino, il nido aiuta il piccolo ad emanciparsi, anche se per poche ore, dalla mamma. Questo fa sì che poi non percepisca come un avversario il nuovo arrivato che lo “costringerà” ad andare fuori di casa. Infine, se la famiglia è isolata, il nido consente al piccolo di essere inserito in un tessuto sociale più ampio, come accadeva una volta nelle famiglie allargate. Vi invito, specialmente se siete mamme che non lavorano, a raccontare la vostra esperienza.
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