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Uomo giusto cercasi: una mamma a caccia di identità nel libro di Lucia Tilde Ingrosso

Esce il 24 settembre Uomo giusto cercasi, di Lucia Tilde Ingrosso, già nota tra i lettori per i suoi romanzi gialli. Il romanzo ci racconta la storia di Lara, una bella donna colta, dinamica, con un passato fatto di viaggi per il mondo e un lavoro pieno di soddisfazioni che ad un certo punto, trovato l’uomo giusto, si “sistema” e diventa mamma e moglie.
Un evento in particolare, che non vi svelo, spingerà Lara a lanciarsi nuovamente nel mercato del lavoro, a sottrarsi alle classiche dinamiche familiari che vogliono la donna come una super efficiente casalinga, che provvede a tutto mentre il papà è fuori a guadagnare la pagnotta.
Mi ha colpito molto un passaggio in cui Lara pensa e ripensa alla sua decisione di rimettersi in gioco. Cosa la spaventa di più? Ciò che spaventa tutte noi: la possibilità di essere diventate delle incapaci su qualsiasi fronte che non sia la maternità.
Dopo essere state in ansia temendo di non saper accudire al meglio i nostri bambini, passiamo alla fase in cui pensiamo di saper fare solo quello e allora anche un lavoretto, un riprendere in mano la propria vita lentamente sembra un passo da gigante.
Nel suo blog, la Ingrosso sottolinea che tutte le storie narrate nel romanzo sono vere, anche se appartenenti a diverse persone e non stento a crederlo perché, sebbene io non sia una bellissima donna che parla cinque lingue, mi sono sentita un’inetta quando è arrivato il momento di riprendere a lavorare. E si trattava di un lavoro che avevo già fatto per anni.
La citazione:
La gravidanza prima e la maternità poi fanno strani scherzi. Uno di questi è il calo del quoziente intellettivo. Per mesi non sono riuscita a finire un Sudoku o a risolvere un problema con le frazioni. Ho pensato che fosse solo pigrizia. O una fisima. O un problema esclusivamente mio. Sbagliavo.
A un certo punto, ho letto da qualche parte che il fatto che le neo mamme diventino più stupide è un meccanismo per proteggere la specie. Non essere in grado di pensare ad altro fa sì che si concentrino sul loro bambino. La buona notizia era la reversibilità del fenomeno.
E ora passo la palla a voi mamme e papà di Bebeblog. Dopo aver letto il romanzo o semplicemente ripensando alla vostra passata esperienza, ditemi: anche voi avete avuto paura di ricominciare? Cosa vi ha spinto a farlo?