Cronaca
Rubrica Parenting Blogs : intervista a Mamme sull’orlo di una crisi di nervi

Il suo nome è Raperonzolo e si colloca lei stessa a metà tra Madre Teresa e Jack Lo Squartatore. Questa settimana è la voce dell’intervista alle blogger mamme, un mondo ormai sovraffollato che però regala spesso e volentieri insperate occasioni di umorismo e saggezza, come in questo caso.
Il blog di Raperonzolo si chiama Mamme sull’orlo di una crisi di nervi, e alzi la mano chi non c’è mai passato (sull’orlo, intendo dire). Anche qui si affrontano le incombenze quotidiane con un sorriso, e c’è un sottofondo rassicurante di solidarietà verso noi stesse.
Rassicurante perchè a volte ci capita di criticare quello che fanno gli altri, ma quando si tratta di autocriticarci, allora sì che ci scateniamo! Vi auguro una buona lettura con questa bella intervista, poi andate a vedervi i suoi 7 consigli per il rientro, davvero niente male!
1. Essere mamma nel 2010: come vedi il rapporto tra le mamme e internet?
Internet ha dato la possibilità alle mamme di comunicare, di descrivere il proprio mondo; ha dato loro voce. Il periodo della gravidanza e i primi anni dei bambini sono momenti straordinari ma anche difficili. Entrando in maternità la vita sociale delle mamme si riduce drasticamente, è un periodo di grandi cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda il loro ruolo all’interno della famiglia e nella società. E’ un periodo in cui improvvisamente ci si ritrova tra quattro mura. Il bambino diventa il centro della vita e colma da sé il vuoto che si è creato, ma al tempo stesso la mamma può sentirsi tagliata fuori, spesso inadeguata rispetto alle aspettative. Può essere dunque anche un periodo di grande solitudine e isolamento. Internet consente alle mamme di restare in contatto con gli altri, di scambiare informazioni e affrontare le problematiche della maternità con altre donne. Grazie a internet la maternità ha assunto un volto nuovo, un volto che pur esistendo da sempre non era mai stato raccontato in questo modo.
2. Dove trovi il tempo per essere mamma, lavoratrice e anche blogger?
“Tempo” è una parola grossa. S’impara a fare i giocolieri e si sfrutta l’intero arco delle ventiquattro ore, riducendo drammaticamente le ore di sonno. Lavoro e maternità li combino bene perché lavoro in una scuola: faccio lo stesso orario dei bambini e ho le stesse vacanze. Sono fortunata. Il blog non è un impegno quotidiano e mi dà pochi pensieri. Ma sono anche scrittrice, e allora il tempo, se ne vendessero, lo acquisterei all’ingrosso.
3. Qual’è l’aneddoto più strano/divertente che ti è capitato con il tuo pubblico?
Circa un anno fa ho pubblicato su VereMamme un post ironico sull’allattamento. Si trattava di utilizzare la parodia per decolpevolizzare le mamme che, per un motivo o per un altro, non sono riuscite ad allattare o hanno scelto di non farlo. Era parte del mio “Manuale per mamme in crisi”. Che dire? E’ successo il finimondo. Pro, contro, insulti, difese, risse. Praticamente un massacro. Fossi stata lì di persona sarei stata lapidata senza pietà. Si sono limitate a farlo virtualmente, per fortuna. Alla fine Flavia Rubino decise di bloccare i commenti per arrestare il linciaggio. Ecco, nel ventunesimo secolo, per molte mamme l’allattamento non è una questione di scelta personale: è una mannaia da calare sulla testa di chi la pensa diversamente.
4. Quali sono i tre blog migliori in Italia e perchè?
Non leggo molti blog, per cui sono l’ultima persona a poter redarre classifiche.
5. Cosa significa essere buoni genitori? O meglio: quando un uomo è un buon papà e quando una donna è una buona mamma?
Credo che il buon genitore sia quello capace di mettersi in discussione. Quello che impara strada facendo e fa tesoro dei propri errori.
6. Secondo te, alla luce delle ultime tendenze sociali, esiste la figura del mammo?
Qui in GB certamente sì. Conosco famiglie dove la mamma lavora e il papà si occupa a tempo pieno dei figli, anche se è ancora di gran lunga l’eccezione alla regola.
7. Quali sono i consigli fondamentali che ti senti di proporre a una neomamma?
Le direi di avere il coraggio, nei momenti di crisi, di chiedere aiuto senza per questo sentirsi inadeguata.
8. Parliamo di tempo di qualità: quanto dovrebbe essere nel quotidiano? E tu in che modo lo vivi?
Credo che sia una questione molto soggettiva. C’è chi considera il tempo di qualità quello del riposo e chi invece quello dell’azione, chi anela alla solitudine e chi alla compagnia. Io vado a momenti: talvolta qualità sono le vacanze con tutta la famiglia; è il mio lavoro che finisce alle 15:00 e mi consente di tornare a casa da scuola con i bambini e potermi dedicare a loro. Altre volte “qualità” è il bisogno di tempo per risistemare casa, oppure una serata trascorsa nel dolce far niente. Ad ogni modo il tempo di qualità dovrebbe essere abbastanza per poter dare a ciascuno di noi il tempo di riprendere fiato.
9. Che cosa ti aspetti da un figlio?
Cerco di evitare le aspettative e limitarmi alla speranza di educarli al meglio delle mie possibilità.
10. Quali sono gli stereotipi più comuni sulla maternità? E che cosa ci si aspetta, secondo te, da una mamma oggi?
Stereotipi e aspettative sono quelli di sempre e non sono cambiati. Sono quelli della mamma angelicata, dedicata, ispirata, sempre sorridente, dedita a qualsiasi sacrificio e mai stanca. Si tende a dimenticare che la mamma è innanzitutto un essere umano, con le sue forze e le sue debolezze, con i suoi momenti buoni e quelli meno buoni, con le giornate di sole e quelle di pioggia. Quando ho aperto il mio blog l’ho fatto con l’intenzione di sgretolare, attraverso l’ironia, questo mito della mamma assoluta, per riportarla giù sul pianeta terra: perennemente di corsa e in ritardo, scompigliata, sgualcita, macchiata, carica di borse e borsoni e bambini urlanti nel passeggino.