
Il Cardirene 75 in gravidanza può essere assunto se serve un farmaco antitrombotico a base di acetilsalicilato: è un medicinale che può aiutare a prevenire eventi atero-trombotici maggiori, oltre che prevenire disturbi a carico del sistema circolatorio e del cuore, in soggetti che già soffrono di disturbi di questo tipo.
Il Cardirene 75 in gravidanza non va usato, ovviamente, in caso di persensibilità all’acido acetilsalicilico o ad uno degli eccipienti contenuti all’interno del farmaco, nel terzo trimestre di gravidanza, ovvero dopo le 24 settimane di gestazione (e se è necessario, la paziente deve essere monitorata costantemente), in caso di rischio di emorragia o in pazienti che soffrono di insufficienza epatica, cardiaca o renale gravi.
Il farmaco, che va usato sempre e solo su prescrizione del proprio medico curante, in gravidanza deve essere usato con cautela, come accade per tutti i medicinali.Se negli animali sono stati notati degli effetti teratogeni, nell’uomo questo problema non è stato rilevato, nei casi studiati con somministrazioni durante il primo trimestre di gravidanza. I dati sono meno numerosi per trattamenti cronici: la somministrazione per lungo periodo o negli ultimi tre mesi, dunque, andrebbe fatta solo dietro stretto controllo medico, perché l’acido acetilsalicilico può causare emorragie ai danni del feto e della madre, ritardi del parto e precoce chiusura del dotto di Botallo nel bambino. Nei primi mesi, invece, il dosaggio deve essere il più basso possibile e l’assunzione deve avvenire solamente se strettamente necessaria.
Sarebbe bene, infine, non usarlo durante l’allattamento al seno e se necessario interrompere per passare all’allattamento artificiale se la mamma deve urgentemente seguire una cura a base di Cardirene 75.
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