
Ancora nella pancia, aveva già familiarizzato con ogni sorta di miagolio, latrato, muggito e belato, visto che viviamo in campagna e curo una colonia felina. Nei suoi primissimi mesi, con mio grande cruccio, ha maifestato scarso interesse verso i gatti. Ma, appena compiuti i quattro mesi, e grazie a una settimana trascorsa da mia madre che ha gatti anche in casa, per la prima volta li ha notati.
Tutto è iniziato un pomeriggio, mentre era nella sdraietta (benedetto accessorio sul quale tornerò): la gatta mediana, ruffiana, soffice e socievolissima, con una predilezione verso i cuccioli di qualsiasi specie e un’innata propensione al mestiere di tata nonostante la sterilizzazione, ha iniziato a passeggiarle davanti agitando la coda setosa. La bambina ha cominciato a seguirla con lo sguardo, rapita. Mentre la gatta le disegnava degli otto perfetti camminando lentamente, mia figlia, magari, si è ricordata che quella era la stessa micia che le cantava la ninnananna facendo le fusa sulla mia pancia quando ero incinta.
Le altre due gatte non sono state altrettanto socievoli: la più anziana vuole solo godersi la vecchiaia in santa pace senza fastidi e la più piccola, secondo me, mia sorella e mia madre, la guardava con un misto di disgusto verso un cucciolo senza peli e di terrore di essere messa da parte. Quando siamo tornati a casa, mi sono resa conto che guardare i gatti la distrae e rilassa tantissimo: anche durante la peggiore delle coliche, un bel quadretto agreste di gatti stesi al sole in giardino la fa smettere di piangere. Non dimostra lo stesso interesse verso i cani dei vicini: verrà una gattara, come la mamma! Non vedo l’ora che diventi un po’ più grande e in grado di gestire un rapporto con gli animali, imparandoli a conoscere e rispettare. E soprattutto spero che, tra tanti anni e a differenza mia, sviluppi gli anticorpi contro la toxoplasmosi!
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