Logicamente un calo fisiologico si osserva dopo lo svezzamento, quando si riduce il numero e la durata delle poppate, ma talvolta questo avviene prima, quando ancora il bebè viene allattato esclusivamente al seno e in questo caso è bene porvi rimedio. Come anticipato, le cause possono essere diverse, ad esempio una dieta non adeguata (magari la neomamma decide di voler subito smaltire i chili della gravidanza e segue un’alimentazione troppo povera di calorie, proteine e grassi che inibiscono la produzione del latte), carenze nutrizionali, un po’ di anemia, stress e poco riposo.
In questi casi può essere sufficiente modificare la dieta attendendosi alle indicazioni nutrizionali fornite dal ginecologo o della ostetriche, cercare di ridurre i troppi impegni e di riposare ogni volta che c’è la possibilità (anche durante il giorno). Talvolta un calo improvviso e momentaneo del latte è solo dovuto all’arrivo del capoparto, ovvero delle prime mestruazioni dopo il puerperio, ma in questi casi non c’è da preoccuparsi perché tempo un paio di giorni e tutto torna come prima.
E’ importante, quando si osserva un lieve calo nella produzione di latte, attaccare il bebè più spesso al seno perché, come abbiamo visto, proprio la suzione è il principale stimolo per le ghiandole mammarie. Quindi non bisogna demoralizzarsi e correre a comprare il latte artificiale.
Detto questo, se però, ci si accorge che il proprio latte è comunque un po’ scarso, si può ricorrere all’assunzione delle erbe galattogene, tra cui la galega, che find all’antichità le mammme hanno sempre usato a tale scopo. Trovate queste miscele, da assumere sotto forma di tisana, in erboristeria ma non fate di testa vostra, meglio sempre interpellare il vostro medico e chiedere il suo parere.
Talvolta può essere necessaria una integrazione vitaminica in fase di allattamento, ma in linea di massima i cali nella produzione del latte sono transitori, legati a fasi di stress che si possono superare naturalmente senza ricorrere a nessun prodotto miracoloso.
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