
Syrian refugee Ammar Hammasho, greets his children from which he was seperated due to the conflict, as they are reunited at the Kokkinotrimithia refugee camp, some 20 kilometres outside the Cypriot capital Nicosia, on September 10, 2017, after they were rescued off the northwestern coast of the island. Cypriot authorities brought ashore more than 300 Syrian refugees after spotting two boats in open water off the northwest coast of the Mediterranean island, police said. / AFP PHOTO / Iakovos Hatzistavrou (Photo credit should read IAKOVOS HATZISTAVROU/AFP/Getty Images)
Ammar Hammasho non vedeva da un anno i suoi quattro figli e la moglie, dopo essere partito dalla Siria alla volta di Cipro in cerca di lavoro. Immaginate la sua gioia quando finalmente li ha potuto rivedere in un campo profughi. La moglie e i bambini di 7, 5, 4 anni e 18 mesi erano arrivati nel campo di Kokkinotrimithia, a Cipro, insieme ad altri 250 profughi siriani. E lui se lo sentiva che in mezzo a loro c’era anche la sua famiglia.
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Ammar Hammasho ha lavorato a Cipro nell’ultimo anno, inviando soldi alla famiglia per fuggire dalla Siria. Dopo un lungo anno, il momento dell’incontro è stato immortalato da Yiannis Kourtoglou, fotografo della Reuters.
[quote layout=”big”]La polizia mi aveva detto che dovevo aspettare ancora mezzora. Ma non ce l’ho fatta e appena li ho visti sono corso verso di loro per baciarli.
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La sua famiglia ha viaggiato in mare per più di 24 ore dopo essersi imbarcata in Turchia, a Mersin.
[quote layout=”big”]La mia casa in Siria è ridotta in polvere, non possiamo vivere lì. Non abbiamo un posto dove stare, abbiamo anche perso uno dei nostri figli. Quando la guerra finirà torneremo a casa. E’ il nostro paese.[/quote]
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Via | Repubblica