
TARANTO, ITALY - DECEMBER 10: The Ilva steel plant during processing with the Tamburi district and mussel farms on December 10, 2017 in Taranto, Italy. The Ilva steel plant of Taranto is the largest in Europe. For years they have been discussing on the environmental impact produced on the city of Taranto, the nearby inhabited areas and in particular the Tamburi district, an area inhabited in the seventies by steel workers, today sadly known for the very high percentage of deaths due to tumors and lung diseases. The recent crisis and the procedures for the sale of the plant, today puts at risk the future of the workers and of the induced, the Italian Government has started a series of consultations to guarantee the work of about 14,000 workers and the health of the residents, announcing the desire to keep the factory open, despite the long-standing environmental issue. (Photo by Ivan Romano/Getty Images)
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L’inquinamento a Taranto ha spezzato un’altra giovane vita. È morta la piccola Maria Rebuzzi, una bambina di 5 anni che da tempo era stata colpita da un tumore al cervello. Nonostante le numerose cure, Marta è deceduta all’Ospedale Bambin Gesù di Roma, a breve ci saranno i funerali. La zona di Taranto è tormentata dall’inquinamento e i bambini morti ormai non si contano quasi più, nonostante le proteste, le fiaccolate e le manifestazioni, le promesse dei politici al potere, nulla sembra cambiare e i bambini continuano ad ammalarsi e a morire. E non c’è niente di più ingiusto e doloroso.
Maria Rebuzzi era la cuginetta di Alessandro Rebuzzi, un bambino malato di fibrosi cistica che è morto a 16 anni, le sue delicate condizioni di salute sono state ulteriormente aggravate dall’inquinamento. Alessandro è stato uno dei simboli della lotta di Taranto contro l’inquinamento, ma neanche la sua vita è bastata a sensibilizzare davvero l’opinione pubblica.
La concessionaria dell’Ilva di Taranto, l’azienda ArcelorMittal, aveva promesso di ridurre le emissioni di veleni, ma purtroppo la situazione appare ancora più grave di prima. Secondo le analisi di Peacelink e i dati delle centraline dell’Arpa Puglia, rispetto a un anno fa c’è stato un aumento delle emissioni: gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) che hanno subito un impennata del 195% e la concentrazione di benzene salita del 160%.
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Quando Luigi Di Maio firmò l’accordo con il colosso europeo dell’acciaio ArcelorMittal per la cessione degli impianti aveva garantito delle tecnologie che permettevano di ridurre del 20% le emissioni nocive, non solo non sono diminuite ma sono addirittura aumentate. E intanto i bambini muoiono…
L’associazione Genitori Tarantini ha dichiarato: [quote layout=”big” cite=”Associazione Genitori Tarantini]”Oggi è volata in cielo MARZIA REBUZZI, 5 anni … ennesima innocente esistenza immolata all’acciaio ed alle perverse e ‘strategiche’ logiche del profitto! Basta! Basta! La città è in lutto. Questa terra martoriata ed insultata è in lutto! Taranto non ce la fa più: non ha più lacrime, non ha più tempo da dedicare alla paura ed al dolore. Tutto ciò sta diventando drammaticamente normale e questo pedaggio in carne e sangue innocente che si paga ogni giorno è il tributo a ragioni, ad interessi, a speculazioni che siamo stanchi di subire e di comprendere oltremodo. Mettiamo ai nostri balconi, alle nostre finestre, un drappo nero in segno di lutto. Copriamo la città di drappi neri, continuiamo a manifestare urlando con tutta la nostra forza il nostro dolore e la nostra disperazione! Incontriamoci ancora e ancora e ancora per unire in una unica voce il nostro grido di libertà e dignità! TARANTO LIBERA!!!”[/quote]
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