
Mamma futura seduta sul letto che accarezza la pancia - www.bebeblog.it
A livello di senso comune, si è soliti ritenere che la durata di una gravidanza sia di nove mesi, non a caso è assai usuale chiedere, alle donne in dolce attesa, “in quale mese siano”, ma in realtà ciò non è corretto.
È vero, la gestazione dura all’incirca nove mesi “di calendario”, ma durante la stessa, mentre ci si interfaccia, ad esempio, con i medici per tutti i controlli del caso, è opportuno essere precisi, ecco perché è molto importante chiarire il fatto che, appunto, la gravidanza non dura esattamente nove mesi.
Non esitiamo, dunque, e scopriamo cosa è utile sapere a riguardo.
La gravidanza dura 40 settimane, ovvero 10 “mesi lunari”
Come spiegato in un approfondimento sull’argomento pubblicato sul sito internet www.medicitalia.it, il quale è considerato il portale medico per eccellenza, proponendo esclusivamente contenuti prodotti da professionisti, la gravidanza ha una durata di 40 settimane.
Questo lasso temporale, è utile sottolinearlo, corrisponde a 10 “mesi lunari”, ovvero mesi basati su cicli di 28 giorni, i quali si allineano, dunque, all’andamento del ciclo mestruale.
Se si ha la necessità di indicare da quanto tempo si è in gravidanza, dunque, è molto più corretto e preciso esprimersi in termini di settimane.
Comunicare la durata della gravidanza con valori numerici
Se si deve comunicare in modo preciso la durata di una gravidanza, la soluzione ideale è esprimersi in termini numerici, indicando, ad esempio, “5+6”: la prima cifra fa riferimento alle settimane di gravidanza, mentre la seconda ai giorni.
In un caso simile, dunque, la gravidanza è avviata da 5 settimane e 6 giorni, il giorno successivo, dunque, la dicitura corretta diventerà “6+0”, ovvero 6 settimane piene, appunto, e zero giorni ulteriori.
Ricorrendo a questo sistema di comunicazione, dunque, si evitano gli equivoci che potrebbero sorgere utilizzando espressioni come “sono alla sesta settimana”: in questo modo, infatti, non risulta chiaro se la sesta settimana sia già stata completata o se le settimane completate siano in realtà cinque.
Come detto in precedenza, quando ci si interfaccia con dei professionisti bisogna aver cura di evitare approssimazioni ed espressioni ambigue.

Il calcolo non deve partire dalla data del concepimento
Ora che sono stati chiariti due aspetti di basilare importanza, ovvero qual è l’esatta durata di una gravidanza e quale sia il modo migliore per comunicare i relativi conteggi, sorge spontaneo porsi questa domanda: da quale giorno deve partire il calcolo?
Ebbene, il calcolo delle settimane di gravidanza non va compiuto, come si potrebbe credere, dalla data del concepimento, bensì dal primo giorno dell’ultima mestruazione.
Anche se il concepimento è avvenuto diversi giorni dopo, dunque, la data a cui fare riferimento è la suddetta.
Per rendere questo conteggio più semplice ed evitare incertezze, oltre al supporto del proprio medico di fiducia, è possibile utilizzare strumenti online affidabili. Sul portale Medicitalia, ad esempio, è disponibile un calcolatore automatico della settimana di gravidanza che consente di avere subito un’indicazione precisa e coerente con i criteri medici di riferimento.