Raffreddore nei bambini: come riconoscerlo, quando preoccuparsi, cosa fare (e cosa evitare) in inverno.
I primi freddi riportano in casa uno dei pensieri fissi di ogni genitore: il raffreddore nei bambini. Quel nasino che cola, gli starnuti, la febbricola improvvisa e la tosse leggera sono tra i segnali più comuni dell’inizio dell’inverno. Ma dietro questi sintomi così frequenti si nascondono spesso meccanismi più complessi di quanto si pensi, e capirli può evitare errori e inutili allarmismi.
Il raffreddore nei bimbi piccoli è più complicato di quanto sembri
Il raffreddore nei bambini è una condizione frequente, ma non per questo banale. A spiegarlo è Paola Marchisio, pediatra del Policlinico di Milano, che chiarisce subito un punto: “Il raffreddore, o rinite acuta, non è una malattia semplice da sottovalutare”. Colpisce la mucosa nasale, può presentarsi dopo 48 ore dal contatto col virus e si manifesta con irritazione del naso, gola secca, starnuti continui, secrezioni acquose. Poi si aggiunge naso chiuso, bruciore agli occhi, tosse secca. Nei lattanti, le cose si complicano: se il naso è ostruito, può diventare difficile anche allattare.

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A differenza degli adulti, i bambini si infettano più facilmente e più volte durante la stagione. Questo perché esistono oltre 200 virus diversi responsabili del raffreddore. Tra i più noti ci sono i rhinovirus, ma anche coronavirus stagionali e il virus respiratorio sinciziale, che spesso è il vero colpevole dei peggiori raffreddori nei più piccoli.
In genere, un raffreddore infantile dura 3 o 4 giorni. Se dopo 10 giorni i sintomi persistono o peggiorano, può esserci una complicazione: si può sviluppare una rinosinusite acuta, ossia un’infiammazione dei seni paranasali. In questi casi, servono controlli mirati e il parere del pediatra. È importante saper distinguere tra la normale evoluzione di un virus e una sovrainfezione batterica, che ha bisogno di cure specifiche.
Un punto chiave che i genitori dimenticano spesso riguarda il ruolo del freddo. Non è il freddo a causare il virus, ma è vero che blocca i movimenti delle ciglia nasali, cioè quel meccanismo naturale che spinge fuori i germi dal naso. Con le ciglia ferme, il virus resta intrappolato. E proprio quando i bambini passano più tempo in ambienti chiusi e affollati, il rischio di contagio aumenta. Gli umidificatori a freddo, in certi casi, possono ridurre l’irritazione, mantenendo l’aria più respirabile. Ma da soli non bastano.
Rimedi efficaci, cose da evitare e quando il raffreddore è allergico
Secondo la dottoressa Marchisio, non servono rimedi complicati. I lavaggi nasali con soluzione fisiologica restano il metodo più efficace per liberare le vie respiratorie. Nei bimbi con febbre, si può ricorrere a paracetamolo o ibuprofene, ma mai agli antibiotici: “Non hanno nessun effetto sul raffreddore virale”, ribadisce. Anche i vasocostrittori, spesso usati a sproposito, vanno evitati nei minori di 12 anni. Servono solo in casi selezionati, su consiglio medico.
Un altro elemento essenziale è l’idratazione: bere molto aiuta a fluidificare il muco e contrastare la febbre. Sembra banale, ma è il primo consiglio da seguire. In molti casi, il raffreddore guarisce da solo se il bambino è seguito, lavato il naso, tenuto al caldo e ben idratato. Serve pazienza, non farmaci inutili.
C’è però un raffreddore che non passa mai, o che torna sempre nei soliti periodi: è quello allergico. La rinite allergica può somigliare in tutto e per tutto a un’infezione virale, ma ha caratteristiche diverse: naso che cola sempre, prurito, starnuti a raffica. In genere è legata all’esposizione a pollini, acari, muffe o peli di animali. Se i sintomi compaiono sempre in primavera, o in ambienti specifici, è probabile che si tratti di allergia.
A fare la differenza sono la durata dei sintomi, l’associazione con allergeni precisi e la mancanza di febbre. In questi casi, il pediatra potrà prescrivere test allergici o terapie antistaminiche, escludendo del tutto l’origine virale. È importante non improvvisare diagnosi: i due tipi di raffreddore, virale e allergico, richiedono approcci diversi.
In definitiva, la maggior parte dei raffreddori si risolve da sola, ma è essenziale riconoscere segnali insoliti e agire con buon senso. In inverno i virus circolano ovunque, e proteggere i bambini passa da gesti semplici: lavaggi nasali regolari, una buona idratazione e ambienti ben umidificati. Il resto lo fa il tempo.

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