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Fecondazione eterologa, si rischia il turismo sanitario?

Si continua a discutere sul tema della fecondazione eterologa in Italia, e ci ritroviamo di fronte ad un vero e proprio caos.

fecondazione eterologa

Fecondazione eterologa in Italia: a che punto siamo con le leggi? Ci sarà un ticket da pagare per le coppie che decidono di fare ricorso a questa procedura? E quanto dovranno spendere gli aspiranti genitori? Rispondere a queste domande è senza dubbio difficile nel nostro Paese, dal momento che, in seguito alla decisione presa dalla Conferenza delle Regioni alcune settimane fa, le varie Regioni si sono organizzate in maniera autonoma in merito ai costi ed alle modalità in cui verrà eseguita tale procedura.

Alla luce di ciò dunque, osserviamo che in alcune regioni sarà molto più conveniente rispetto che in altre sottoporsi alla fecondazione eterologa, ed intanto c’è chi avanza l’ipotesi che, a lungo andare, si possa andare incontro ad un fenomeno di “turismo sanitario”.

Ad avanzare dubbi in merito al modo in cui è stata gestita l’intera situazione è stato ad esempio Basilio Tiso, direttore medico del Policlinico di Milano, che non ha potuto fare a meno di notare che, allo stato attuale, “si rischia il far west a danno dei cittadini: serve una legge nazionale e ticket che non si discostino troppo da una regione all’altra”.

La necessità di una legge nazionale in modo da rendere quantomeno più “omogenei” i costi, è del resto a dir poco evidente. Ci troviamo infatti di fronte ad un quadro in cui alcune Regioni promettono la possibilità di sottoporsi alla fecondazione eterologa in maniera quasi del tutto gratuita, mentre in altre regioni i costi previsti sono piuttosto alti.

Se in Umbria l’eterologa potrebbe essere ad esempio gratuita per le coppie che hanno degli accertati problemi di fertilità, in Sicilia il costo potrebbe arrivare a 4.000-5.000 euro. Intanto, in Veneto Luca Zaia avrebbe assicurato che a partire “dal primo ottobre vorremmo iniziare ad effettuare la pratica applicando il ticket da 36 euro. Stimiamo richieste per circa 500 casi l’anno”, mentre nelle Marche rimane ancora un’incognita quella dei costi relativi a questa procedura, come spiega lo stesso assessore alla salute Almerino Mezzolani, che ha fatto sapere: “Attendiamo una condivisone generale, per poter normare le questioni relative alla gratuità dell’intervento o alla previsione di un ticket”.

La necessità di una legge a livello nazionale è ovvia ed evidente: in una situazione del genere, coppie italiane provenienti da regioni diverse affronterebbero costi diversi per lo stesso medesimo servizio. Insomma, si tratta di una situazione complessa, per la quale è necessario trovare un definitivo “punto di incontro”. Voi cosa ne pensate?

via | Espresso.repubblica.it

Fecondazione eterologa, parte anche in Emilia e Liguria

Ecco gli ultimi aggiornamenti in merito alla fecondazione eterologa, che partirà presto anche in Emilia-Romagna.

5 Settembre 2014, di Vasta Maria

Dopo la Toscana, anche Emilia e Liguria si apprestano recepire le linee guida per la fecondazione eterologa che sono state approvate proprio ieri. Secondo le prime informazioni, sembra che l’Emilia-Romagna recepirà le linee guida per la fecondazione eterologa a partire dalla prossima settimana, e che tale procedura sarà gratuita nelle strutture sanitarie pubbliche. Le coppie che intendono sottoporsi a questo tipo di trattamento, potranno già contattare il personale specializzato presso due centri (l’ospedale Evangelico e l’Irccs San Martino – Ist) per farsi inserire nelle liste di attesa e cominciare i primi colloqui.

Il 15 settembre partirà invece in Piemonte il procedimento che porterà alla messa in pratica della fecondazione eterologa, e ad annunciarlo è stato lo stesso Sergio Chiamparino, il quale sottolinea però la necessità di una legge nazionale.

“Il ticket – ha spiegato il presidente della Regione – sarà sul tipo di quello per la fecondazione omologa, che in Piemonte è sui 600 euro. Ma io insisto sul fatto che fra Governo e Parlamento facciano una legge, strumento che consente di aggiungere le risorse necessarie per coprire i maggiori costi. E’ chiaro che le linee guida approvate ieri sono già sufficienti per operare. Ma se c’è la legge è meglio, perché questo consente al ministro, che è d’accordo, di trovare le risorse”.

Oltre a Piemonte, Emilia e Liguria, anche le altre Regioni del nostro Paese si stanno muovendo in tal senso, come ad esempio la Lombardia, la cui Giunta regionale dovrebbe approvare la delibera a partire da venerdì prossimo, anche se rimangono da definire alcuni punti importanti, ad esempio quello dei costi.

“Voglio definire – ha infatti spiegato il presidente Roberto Maroni – una posizione comune delle Regioni prima di partire in Lombardia: venerdì prossimo porteremo la delibera in Giunta ma con la certezza dei costi”.

via | Ansa

Il figlio non potrà conoscere l’identità del donatore

4 Settembre 2014, di Vasta Maria

Arrivano ulteriori dettagli in merito al dibattuto tema della fecondazione eterologa.

Uno dei punti discussi in merito al tema della fecondazione eterologa, argomento caldo ed ampiamente dibattuto nelle scorse ore nel nostro Paese, era senza dubbio quello che riguardava la possibilità da parte del figlio, una volta raggiunti i 25 anni di età, di chiedere di conoscere l’identità del donatore. Ebbene, stando a quanto riportato, sembra che tale possibilità sia stata eliminata dalle linee guida stabilite questa mattina. La donazione dovrà dunque avvenire in forma del tutto anonima, ma con le dovute eccezioni.

Tali eccezioni riguardano in particolar modo la necessità di conoscere i dati clinici del donatore, che saranno dunque resi noti ai medici mediante delle procedure ben precise di tracciabilità, e che per nessun motivo dovranno però essere resi noti ai genitori o al figlio nato da fecondazione eterologa.

Fra le linee guida emerse dalla riunione tenutasi proprio oggi, ricordiamo anche quella che riguarda le caratteristiche del donatore. La coppia non potrà infatti scegliere quali saranno le caratteristiche genetiche del donatore, ma il centro si impegnerà comunque a selezionare le principali caratteristiche fenotipiche associate a quelle della coppia di futuri genitori.

Rimangono invariati i dati in merito all’età degli eventuali donatori (18 – 40 anni per i maschi, e 20 – 35 anni per le donne), ed il limite di 10 figli per ciascun donatore.

Infine, viene sottolineata l’alto rischio di andare incontro a complicanze durante il parto e a problemi di salute per il bambino, nelle donne che pensano di sottoporsi alla fecondazione eterologa e che hanno raggiunto i 50 anni di età.

via | Repubblica.it

Fecondazione eterologa, approvate le nuove linee guida

Sono state approvate le nuove linee guida sulla fecondazione eterologa in Italia.

4 Settembre 2014; Vasta Maria

Si fanno sempre più importanti passi avanti per colmare il vuoto legislativo che in Italia riguardava il delicato tema della fecondazione eterologa, e proprio nelle scorse ore i governatori delle Regioni hanno approvato le linee guida che erano state proposte ieri dai tecnici e dagli Assessori regionali della salute. Uno dei punti più importanti, discussi nelle scorse ore, è senza dubbio quello che riguarda l’inserimento della fecondazione eterologa nei Lea, un provvedimento che – come spiega anche presidente del Veneto, Luca Zaia – farà si che la fecondazione eterologa venga “trattata come una cura normale, e penso che si arriverà a un ticket uguale a livello nazionale”.

Come già preannunciato, la fecondazione eterologa sarà eseguita in maniera gratuita per quelle donne che sono ancora in età fertile, un’età fissata a 43 anni dai tecnici e dagli esperti. Per quanto concerne il costo di tale procedura, si è espresso anche il presidente della Toscana, Enrico Rossi, il quale ha sottolineato:

“Le spese sono sostenibili. E’ giusto mettere un ticket perchè la compartecipazione è corretta, e non ci sono problemi devastanti per il servizio sanitario. Sono ben altre le questioni devastanti… in Toscana applichiamo un ticket da 500 euro per l’omologa, ma poiché non c’è grande differenza con l’eterologa, rimarremo con gli stessi costi”.

Intanto, a partire da oggi – come era stato già riportato – sarà possibile sottoporsi alle prime visite per potersi sottoporre alla fecondazione eterologa presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi a Firenze, dove le coppie che hanno effettuato la prenotazione, potranno cominciare il tanto atteso percorso per poter diventare finalmente genitori.

Rimaniamo in attesa di ulteriori aggiornamenti in merito a questa importante questione.

via | Repubblica

Fecondazione eterologa gratuita per le donne in età fertile

La fecondazione eterologa sarà gratuita per le donne in età fertile? Arrivano i primi accordi fra le Regioni.

3 Settembre 2014; Vasta Maria

Il tema della fecondazione eterologa continua a tenere banco nel nostro Paese, e dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ha abolito il divieto previsto dalla legge 40 sulla fecondazione eterologa, si torna a parlare di questa procedura, una procedura alla quale sperano di sottoporsi moltissime coppie italiane che non riescono ad avere figli. Stando a quanto stabilito da un tavolo composto da tecnici del settore e funzionari regionali, sembra adesso che la fecondazione eterologa potrebbe essere eseguita in maniera gratuita, o con un ticket, ma a patto che la donna richiedente sia in età fertile, per cui che non abbia più di 43 anni di età.

Questa è solo una delle questioni discusse nelle scorse ore, durante le quali è stato redatto un testo che sarà adesso esaminato dagli assessori riuniti a Roma.

In questo nuovo documento tecnico si stabiliscono altri punti importanti sulla questione, come ad esempio quello secondo cui il figlio nato da fecondazione eterologa, una volta diventato grande, potrà chiedere di conoscere il padre o la madre biologici, ai quali spetterà poi la decisione di essere contattato e di svelare la propria identità.

Questo è il solo caso, fatta eccezione della necessità per intraprendere eventuali cure mediche, in cui il ragazzo nato da eterologa potrà conoscere l’identità dei donatori. Fra gli altri nodi cruciali discussi nelle scorse ore, vi sarebbe anche quello in merito al numero massimo di nati per ogni donatore, che non dovrà superare i 10.

Se una coppia che si è già sottoposta ad eterologa lo desidera, potrà tuttavia chiedere di avere altri figli con lo stesso donatore, la cui età dovrà andare dai 20 ai 35 anni per le donne, e dai 18 ai 40 anni per gli uomini. Tornando al figlio nato da fecondazione eterologa, questo dovrà avere lo stesso colore di pelle dei genitori che lo cresceranno, e le stesse caratteristiche in merito al colore dei capelli e in merito al gruppo sanguigno.

Il documento tecnico in questione sarà presentato domani sul tavolo della Conferenza delle Regioni, durante la quale si discuterà appunto in merito alla fecondazione eterologa, e si cercherà di stabilire delle linee guida chiare e generali in merito alla questione.

A sottolineare la necessità di una legge in merito alla questione è stata anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin:

“E’ un bene che le Regioni trovino un accordo sulla fecondazione eterologa, ma una legge è necessaria. Solo una legge nazionale può recepire la direttiva europea che mette in sicurezza le donazioni, può permettere un registro dei donatori e anche l’inserimento nei Lea e nei ticket dell’eterologa. Le Regioni fanno bene a lavorare insieme, in modo che non ci siano disparità fra una e l’altra”.

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via | Repubblica

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