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Crescita

Figlio unico, i pro e i contro di un bimbo senza fratelli

Un tempo era difficile trovare famiglie con un solo figlio, mentre oggi sono la maggioranza, o quasi. Ma essere un figlio unico è un limite o un vantaggio? Scopriamo pro e contro di questa condizione

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Un tempo il figlio unico era vittima di pregiudizi. Viziato, immaturo, iperprotetto, arrogante, troppo timido e insicuro, pauroso, “femminuccia”, non autonomo o troppo sicuro di sé… insomma, c’era sempre qualcosa che non andava, qualcosa di sospetto.

Erano i tempi delle famiglie numerose, anche numerosissime, e pertanto i figli unici erano delle mosche bianche che gli altri bambini guardavano con invidia e, al contempo, con un po’ di disprezzo.

Oggi che le cose si sono ribaltate, e i figli unici sono, se non la maggioranza, comunque in nutrito numero, l’atteggiamento è completamente cambiato. Detto questo, come crescono i bambini senza fratelli e sorelle con cui confrontarsi, di cui essere “gelosi”? Essere da soli con mamme e papà, è un limite, o un vantaggio? Proviamo ad elencare i pro e i contro di questa condizione sempre più comune comune.

  • Contro
    Senso di solitudine. I figli unici, soprattutto se non hanno la possibilità di stare di frequente a contatto con coetanei (inclusi cuginetti e vicini di casa), trascorrono tanto tempo da soli con loro stessi, cose che li rende in genere più introspettivi ma, anche, più soli
    Troppe attenzioni. I figli unici, in quanto unici (e peggio ancora se unici nipoti o se rimangono tali a lungo) sono sovente soffocati dalle attenzioni di tutta la famiglia (genitori, nonni, zii e via discorrendo). Questo li rende poco autonomi in quanto iperprotetti, e può favorire stati ansiosi e ritarda l’acquisizione della loro autonomia. Inoltre, diciamocela tutta, troppe coccole e troppi regali possono rendere i figli unici effettivamente più viziati e capricciosi
    Troppe aspettative. Sull’unico figlio si riversano tutte le ambizioni e le aspettative di mamme e papà, un peso notevole per le fragili spalle di un solo bambino, che può portare a forti stress
    Poca dimestichezza nel rapporto con i coetanei. I bambini devono potersi confrontare con coetanei o con soggetti a loro volta piccoli, e non solo con gli adulti. Questa relazione tra bambini fa crescere, crea il senso della socialità e dell’amicizia, e aiuta a districarsi precocemente nei rapporti interpersonali, aiutando i piccoli fin da subito a superare diverbi, scendere a compromessi e affrontare gelosie e frustrazioni. Il figlio unico non deve scontrarsi con nessuno, i giocattoli sono solo suoi, e non è costretto a dividere spazi e attenzioni dei genitori con altri. Pertanto può crescere un po’ immaturo e manifestare difficoltà a relazionarsi con gli altri bambini quando va a scuola. E’ perciò utile creare il più possibile le condizioni perché il figlio unico abbia contatti con altri bambini il più spesso possibile. A partire dall’asilo, naturalmente, ma vanno ben anche ludoteche, parchi giochi, e la frequentazione casalinga con altri bambini figli di amici o parenti
  • Pro
    Amore incondizionato. I figli unici sono, nelle migliori condizioni, avvolti da una calda coperta d’amore, e questo supporto li sosterrà sempre nella vita
    Maggiore maturità. La solitudine, anche, ad esempio, nei giochi, può favorire la capacità introspettiva e la concentrazione. I figli unici sono perciò riflessivi, spesso maturano presto perché abituati e relazionarsi con gli adulti. Una maturità psicologica e intellettiva che li aiuta a diventare spesso studenti brillanti perché a scuola trovano l’ambiente giusto per esprimersi
    Autostima. I figli unici hanno spesso molti rinforzi, sono coccolati e seguiti, ricevono risposte alle loro domande perché non ci sono altri soggetti con cui devono dividere l’attenzione dei genitori e a cui devono essere confrontati, e questo migliora la loro autostima. Attenzione, però, a non farli diventare di piccoli “dittatori“!
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Foto| via Pinterest

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