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Cronaca

Leggende di Natale scuola primaria: le più belle

Ci sono numerose leggende di Natale, fiabe e racconti particolarmente adatte da raccontare ai bambini della scuola primaria. Ecco le più belle.

Leggende di Natale per scuole primarie

Conosciamo tutti le figure e le tradizioni del Natale: Babbo Natale, la Befana, l’albero di Natale, le renne di Babbo Natale. Ma forse non ci ricordiamo delle storie, dei racconti e delle leggende di Natale che si nascondono dietro queste figure e tradizioni. E non c’è niente di meglio di raccontare delle leggende di Natale per calarsi meglio nell’atmosfera natalizia. Qui di seguito troverete alcune delle leggende di Natale per la scuola primaria (quindi adatte anche a bambini piccoli) più belle e famose. Come? Non ci sono leggende su Babbo Natale? Certo che no: a Babbo Natale abbiamo dedicato un articolo tutto suo!

Leggende di Natale scuola primaria: la leggenda dell’Albero di Natale

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C’era una volta un boscaiolo e la sua giovane moglie, molto amata. Il boscaiolo passava molto del suo tempo per i boschi a tagliare legna, in modo che la moglie avesse sempre di che mangiare e scaldarsi. Un sera, tornando a casa, vide un bellissimo avete. Proprio mentre stava decidendo come tagliarlo, vide che fra i suoi rami riusciva ad ammirare la luce delle stelle. Anzi, sembrava quasi che le stelle stessero brillando sui rami.

L’uomo, conquistato da questo spettacolo, decise di non tagliare più quell’abete. Però voleva far vedere questa meraviglia alla moglie. Allora il boscaiolo tagliò un abete più piccolo, lo portò dinanzi alla casa e qui mise delle piccole candele accese sui rami. La moglie del boscaiolo si innamorò così tanto di quell’abete illuminato che finì col far bruciare la cena. Da quel momento in poi, la donna chiese al marito di avere sempre un abete illuminato a Natale. Anche i vicini, incuriositi da quello strano albero illuminato, cominciarono a realizzare il proprio abete con luci. Era nato l’Albero di Natale.

Questa è una leggenda di Natale di origine tedesca.

Leggende di Natale scuola primaria: la leggenda del Vischio

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C’era una volta, in un paese di montagna, un vecchio mercante. L’uomo viveva da solo, non essendosi mai sposato e non aveva amici. Una notte, non riuscendo ad addormentarsi, uscì di casa e vide tantissima gente che si dirigeva tutta verso lo stesso posto. Alcune di queste persone gli dissero: “Fratello, vieni con noi”. Il mercante si adombrò: lui non aveva fratelli. Inoltre era un mercante, l’avidità era stata la sua unica compagna per tutta la vita, non si era mai interessato della vita dei suoi clienti.

Tuttavia si incuriosì di questa folla e si unì a un gruppetto di anziani e bambini. Avrebbe tanto voluto avere dei fratelli, ma per tutta la vita aveva ingannato queste persone, speculando sui poveri. Mai la sua mano aveva donato, aveva sempre e solo preso. Intrappolato in questi pensieri giunse di fronte alla Grotta di Betlemme. Guardò per bene gli altri e vide che tutti, anche il più povero, avevano qualcosa da donare. Ma lui, che era ricco, non aveva niente. Così, giunto di fronte alla Grotta pianse, chiedendo scusa al Signore perché aveva trattato i suoi fratelli. Mentre piangeva, si appoggiò ad un albero che cresceva davanti alla Grotta. E all’alba le sue lacrime divennero simili a perle in mezzo alle verdi foglie dell’albero: era nato il vischio.

Leggende di Natale scuola primaria: la leggenda del Pettirosso

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Questa leggenda viene spesso narrata anche qui da noi. Nella stalla dove era nato Gesù Bambino, fra bue, asinello e pecore, c’era un intruso. Un piccolo uccellino marrone, infatti, si era intrufolato nella stalla per stare al caldo. L’uccellino si mise vicino al fuoco, ma durante la notte si accorse che il fuoco si stava spegnendo. L’uccellino si preoccupò subito che Gesù, con cui aveva fatto amicizia, potesse avere freddo e quindi si mise a battere furiosamente le ali per alimentare il fuoco.

Arrivato il mattino, l’uccellino, notando che Maria e Giuseppe stavano per svegliarsi, essendo molto stanco decise di mettersi a dormire. Ma prima cominciò a lisciarsi le penne. Fu così che si accorse che le piume del suo petto erano diventate rosse. L’uccellino capì subito che quello era il ringraziamento di Dio per aver tenuto al caldo Gesù: da quel momento in poi, tutti gli uccellini come lui, avrebbero avuto il petto rosso e si sarebbero chiamati pettirossi.

Leggende di Natale scuola primaria: la leggenda delle Palline di Natale

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Qualche giorno dopo la nascita di Gesù Bambino, un artista di strada decide di andare a salutarlo, ma non aveva nessun dono da portarli. Così, pensa e ripensa, gli venne un’idea: fece il giocoliere, facendo così ridere il neonato. Ecco che da quel giorno, per ricordarci delle risate di Gesù Bambino, appendiamo le palline all’Albero di Natale.

Leggende di Natale scuola primaria: la leggenda della Rosa di Natale

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Vicino a Betlemme, la piccola figlia di un pastore stava accudendo il gregge del padre, quando vide che gli altri pastori si stavano recando tutti insieme nello stesso posto. La bimba chiese loro dove stessero andando e questi risposero che quella notte era nato Gesù Bambino e che stavano tutti andando a portargli dei doni.

La bambina voleva unirsi a loro, ma non aveva niente da regalare a Gesù Bambino. Così cadde in ginocchio sulla neve e cominciò a piangere. Mentre le lacrime cadevano sulla neve, un angelo vide la scena. L’angelo si commosse ed ecco che quando la bimba abbassò gli occhi sulla neve, vide che le sue lacrime si erano trasformate in rose color rosa pallido. La bambina le raccolse subito e le regalò a Maria come dono per Gesù. Ecco che da allora, a dicembre, fiorisce sempre questo tipo di rosa, per ricordare il semplice dono fatto con amore dalla figlia del pastore.

Leggende di Natale scuola primaria: : la leggenda della Babushka

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Questa leggenda arriva dalla Russia e ci parla della versione russa della Befana, chiamata anche Donna del Natale. Tanto tempo fa, viveva un signora che si chiamava Babushka. La donna era una massaia perfetta: la sua casa brillava sempre come uno specchio in quanto la donna passava il suo tempo a pulire e spolverare. E quando non era impegnata in tali incombenze, cucinava piatti buonissimi.

Ma perché la donna era così ossessionata dalle pulizie? Il fatto è che la Babushka si dedicava anima e corpo a questi compiti per non pensare alla morte del suo unico figlio, avvenuta anni prima quando il piccolo era solo un bambino. La donna era stata così triste in seguito alla morte del suo piccolo che aveva messo tutti i regali e i giochi del bambino in un cesto, senza volerli vedere mai più. Per questo motivo, questa cesta con i giochi era l’unica cosa impolverata presente nella casa.

Una sera, mentre stava pulendo e spolverando, bussarono alla porta dei pastori infreddoliti. Babushka, che era una buona samaritana, li aprì la porta, offrì loro il riparo della sua casa e gli diede da mangiare. Incuriosita dall’insolita presenza in giro a quell’ora dei pastori, la donna chiese loro cosa ci facessero in giro con quel freddo. I pastori le risposero che stavano seguendo una stella che segnalava il posto in cui era nato un bambino importantissimo, il re del cielo e della terra. I pastori chiesero alla donna se volesse andare con loro, ma lei rifiutò: la paura era che, rivedendo un altro bambino, avrebbe rinfocolato il dolore per la morte del proprio figlio.

La donna continuò a pulire la casa, ma nei giorni successivi altri pastori seguirono la stella, invitandola ogni volta ad andare con loro. Dopo tre giorni di rifiuti, la donna si decise finalmente a portare un regalo a questo misterioso bambino: prese tutti i giochi della cesta, li pulì e partì alla volta della stalla. Solo che arrivata qui scoprì che Maria, Giuseppe e il bambino se ne erano già andati. Cosa fare allora? Ormai era arrivata così lontana da casa, con tutti quei giochi… All’improvviso Babushka ebbe un’idea: avrebbe continuato a cercare il bambino per portargli il suo regalo. Ma come riconoscere il bambino? Babushka era una donna pratica: per non sbagliare, avrebbe regalato un dono a ogni bambino che avesse incontrato. Era nata la Befana.

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