Le mamme risparmiano sul cibo dei bambini a causa della crisi

Le mamme fanno molto attenzione all’alimentazione e alle cure dei bambini soprattutto nei primi anni di vita quando la fase di crescita è molto delicata. Ma la crisi economica sembra aver determinato un’inversione di tendenza. Dal dopoquerra ai nostri giorni non si era mai stato un abbassamento dei consumi dei cosiddetti baby product.

E’ quanto risulta dal 1° Rapporto annuale sui comportamenti d’acquisto nella maternità realizzato da Marketing Management, Istituto di ricerche statistiche e sondaggi di opinione, effettuato sul Panel MaterCom che è stato appena presentato.

Il sondaggio è stato effettuato tra 2000 mamme sparse per l’Italia con bimbi sotto i tre anni o donne in gravidanza. E il risultato stupisce.

Nel 2012 il valore del mercato dei Baby product si è attestato intorno ai 2 miliardi di euro e le mamme italiane hanno ridotto gli acquisti per i figli più piccoli del 4,3 per cento rispetto al 2011.

I risparmi sono soprattutto su cibo -in particolare sul latte artificiale per cui si sono spesi 23,7 milioni di euro in meno rispetto al 2011, e gli omogeneizzati per cui si sono spesi 20 milioni di euro in meno-, accessori per la pulizia, e prodotti per la nutrizione.

La nuova strategia delle mamme italiane è ridurre le spese in questo campo, orientarsi verso gli oggetti scontati, in promozione, optare per marche meno note, private label, o ancora optare per prodotti destinati agli adulti sicuramente meno costosi.

Le mamme di soltito sono addette agli acquisti per tutta la famiglia e ormai hanno un occhio allenato per scorgere i promo e i prodotti più economici. Per loro è imporatante fare i conti con le spese generali dei prodotti per tutti i componenti della famiglia, per riuscire ad arrivare a fine mese con qualche soldo in tasca. L’importante è imparare a leggere e fare attenzione alla composizione e agli ingredienti sulle targhette dei prodotti destinati ai più piccoli che rappresentano il vero tesoro di ogni famiglia.

Via | Matercom – La Stampa