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Cronaca

Mamme da legare: Finalmente a casa dopo l’ospedale, ma il bimbo dove lo metto?

Arrivata a casa con la bambina dopo essere state dimesse, mi si pose un problema: dove la tengo, di giorno? Non avevo voluto comprare la culletta, ma avevo preferito il lettino con il cuscino riduttore.

In ogni caso, non mi sembrava una mossa intelligente quella di farla stare tutto il giorno nello stesso “contenitore”: volevo che già dai primi giorni iniziasse a distinguere tra zona giorno e zona notte.

Nel primo mese, così, la tenevo nella navicella, con grandi bucati di lenzuola perennemente al sole ad asciugare. Ho un divano ad angolo che, con il pouf, diventa una specie di enorme isola quadrata contro la quale vado a sbattere di continuo e che ho odiato dal primo momento. Ma, devo dire, mi è stato utile: mettevo la navicella in un angolo e, tra schienale e metri e metri quadrati di odiosi cuscini, mi dava la certezza che, se la bambina si fosse rivelata precoce e fosse riuscita a scavalcare la navicella, sarebbe atterrata sul morbido. La convinzione che mia figlia a tre giorni di vita potesse fare questa scalata era ovviamente dettata dai postumi dei farmaci e dagli ormoni.

Una volta raggiunti i tre chili e mezzo, a cinque settimane circa, finalmente siamo passate alla sdraietta: la bambina odiava quella navicella come io odiavo il divano, quindi ci siamo sentite entrambe sollevate. Il fortino di pouf e cuscini è rimasto, perché la sdraietta ha ereditato lo stesso posto. Ho sempre avuto il terrore di mettere la sdraietta sul tavolo e comunque, essendo gli ormoni ancora in circolo, non la lasciavo mai da sola sul divano, immaginando apocalittiche scene della bimba capovolta con la faccia schiacciata sulla stoffa.

La sdraietta è stata la mia salvezza: ogni mattina mia figlia era felicissima di ritrovare tutti i suoi giochi appesi all’archetto, e per me era semplice da lavare, quando il rigurgito in agguato si faceva vivo. Sconsiglierei quelle rivestite di pelouche: accumulano polvere e ci vuole una vita perché si asciughino dopo averle lavate. Se la sdraietta si tiene nella posizione con lo schienale più basso è un’ottima soluzione. Con il passare dei mesi, la posizione si modifica in base alle esigenze del bambino. Adesso che ho iniziato lo svezzamento, riesco anche a farla mangiare seduta lì. Quando la quantità di pappa sparsa ovunque diventa insostenibile, smonto tutto, lavo, stendo, metto la signorina nel passeggino e, prima che se ne renda conto, è di nuovo seduta sul suo trono, con tutti i pupazzetti appesi all’archetto che gli danno quel bell’aspetto da carretto siciliano.

Foto | Flickr

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