
L’Herpes genitale (sigla HSV o Herpes di tipo 2), è un’infezione venerea che se contratta in gravidanza può trasmettersi al bambino e provocargli gli stessi danni del Citomegalovirus.
Se l’infezione erpetica materna non viene diagnosticata, può infatti contagiarsi al neonato nel momento del parto, che costituisce la fase più pericolosa in assoluto, e provocare persino la morte del bambino, oppure conseguenze gravi come danni all’encefalo o epatiti. Insomma, una eventualità da scongiurare.
Per tale ragione è molto importante che la donna in gravidanza effettui i test per scoprire se ha contratto l’infezione, che spesso è silente, ovvero asintomatica, e altrettanto importante è che anche il partner effettui gli esami, perché l’Herpes genitale è una malattia venerea.
Pertanto la prima fase della profilassi preventiva è costituita da un esame del sangue che individua l’eventuale presenza degli anticorpi specifici contro l’HSV 2. In particolare, ecco quali sono i possibili esiti:
- Anticorpi IgM presenti. In questo caso siamo in presenza di un’infezione che è stata contratta da poco e d è attiva
- Anticorpi IgG presenti. Virus presente nel corpo materno in “latenza”, il che significa che l’infezione è stata contratta in epoche precedenti la gravidanza
- Anticorpi specifici assenti
Accanto al prelievo del sangue, intorno alla 36ma settimana si consiglia anche un esame colturale del muco cervicale nelle donne con anticorpi dell’HSV 2 presenti, e se l’infezione risultasse attiva, allora si deve necessariamente programmare un parto cesareo per evitare il rischio che l’infezione passi al bambino.
Se la futura mamma contrae l’Herpes genitale 2 in forma primaria (quindi per la prima volta e non come riacutizzazione del virus già presente), e questa si manifesti in forma severa e “disseminata” (ovvero colpisce diversi organi) con rischi per la salute stessa della donna, dopo la 36ma settimana si può ricorrere ad una cura farmacologica con acyclovir o valacyclovir.
Tale profilassi è in grado di ridurre la proliferazione del virus e persino di evitare il ricorso obbligato al taglio cesareo. Se, infine, la donna positiva all’HSV 2 dovesse andare incontro ad un parto prematuro, è bene effettuare il taglio cesareo entro le 4 ore dalla rottura delle membrane, perché se eseguito dopo potrebbe risultare inutile ai fini di evitare il contagio del bambino.
In ogni caso ricordate sempre di effettuare i test contro le infezioni virali in gravidanza, anche se a pagamento, perché è il sistema migliore per garantire la salute e il benessere propri e del nascituro.
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Foto| via Pinterest
Via | Medicitalia.it