
L’ultima fase del parto si chiama secondamento e avviene dopo la nascita del bambino. In che cosa consiste? Dopo che il piccolino ha visto la luce, la mamma espelle la placenta e gli annessi fetali (detti anche seconda). Il tutto dovrebbe avvenire al massimo entro un’ora dall’espulsione del feto in modo naturale. Purtroppo non è sempre così.
Alcune donne, nonostante abbiano avuto un parto meraviglioso, si ritrovano a soffrire un pochino quando i giochi sembrano essere ormai chiusi. In alcune situazioni il distacco degli annessi è ostacolato da cause diverse (inerzia uterina, anomalie di inserzione della placenta) ed è necessario intervenire con manualità varie o con interventi operatori. In questo caso si parla di secondamento manuale. Non fa male, ma non è certamente piacevole, anche perché la donna è stanca e provata dal parto. Si tratta inoltre di un processo molto delicato, perché può comportare una serie di rischi.
Al termine del secondamento, l’ostetrica o il ginecologo controllano la placenta, se non è perfettamente integra vuol dire che qualche residuo è rimasto nell’utero, residuo che deve assolutamente essere eliminato. A questo punto è il ginecologo che deve eseguire un raschiamento delle pareti interne dell’utero.
Si perde sangue? Fino a 500cc di sangue è assolutamente normale, perché i grossi vasi che hanno irrorato la placenta per nove mesi terminano la loro funzione.