
XIAN, CHINA - OCTOBER 14: (CHINA OUT) A blind child touches a keyboard during a computer class at the Xian School for the Blind and Deaf-mute October 14, 2005 in Xian of Shaanxi Province, China. The Xian School for the Blind and Deaf-mute, established in 1949, is one of the earliest schools in China built to provide education for blind and deaf-mute children and their parents. The school currently has about 200 students, including over 50 blind students. According to state media, China has over 1.4 million handicapped children under six-years-old, and the figure is rising by approximately 200,000 a year. The International White Cane Safety Day, known as the festival for the blind falls on October 15. (Photo by China Photos/Getty Images)
Il cyberbullismo è uno dei grandi problemi dei piccoli di oggi, che navigano in Rete senza le adeguate protezioni. Secondo una recente indagine, condotta da Pepita Onlus su a 1000 ragazzi tra i 9 e i 17 anni un questionario durante gli oratori e i centri estivi in tutta Italia, il 98% dei ragazzi sa riconoscerlo, ma la permanenza sui social preoccupa: il 54% resta sui social da 1 a 3 ore, il 25% un’ora, il 20% più di 3. E nel 60% dei casi i ragazzi affermano: senza il controllo dei genitori.
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E questi dati sono ancora più completi se si scopre che il 98% usa WhatsApp, l’84% Instagram, il 56% Snapchat e il 35% FaceBook, in particolare il 91% li usa a casa, il 52% sui mezzi, il 43% davanti alla tv, il 24% a scuola.
In quanti sono vittima del cyberbullismo? Il 71% sostiene di non aver mai assistito a fenomeni di cyberbullismo, contro un 28% che lo ammette, mentre il dato nazionale si attesta su 3 ragazzi su 5 che hanno subìto atti. Con un incremento rispetto al passato, forse dovuto al sommerso che ora fa sentire la sua voce.
Un altro problema, oltre alla mancanza di controllo dei genitori, è l’assenza della percezione del pericolo: spetta dunque ai genitori e alla scuola unire le forse per aiutarli a ridare valore alle relazioni, anche attraverso l’esercizio dell’empatia.