
A young girl washes in a stream her donated dress near the Chimanimani Rural Hospital where displaced people following cyclone Idai are sheltered, in Chimanimani on March 20, 2019. - International aid agencies raced on March 20, 2019 to rescue survivors and meet spiralling humanitarian needs in three impoverished countries battered by one of the worst storms to hit southern Africa in decades. Five days after tropical cyclone Idai cut a swathe through Mozambique, Zimbabwe and Malawi, the confirmed death toll stood at more than 300 and hundreds of thousands of lives were at risk, officials said. (Photo by ZINYANGE AUNTONY / AFP) (Photo credit should read ZINYANGE AUNTONY/AFP/Getty Images)
Il ciclone Idai si è abbattutto duramente su Mozambico, Malawi e Zimbabwe. Fra le persone vittime di questa forza della natura, si contano tantissimi bambini e famiglie. E’ l’Unicef a spiegare la drammaticità della situazione. Alcuni operatori dell’Unicef stanno lavorando duramente a Beira, supervisionati dal Governo del Mozambico insieme ad altre agenzie. Christophe Boulierac, portavoce dell’Unicef a Ginevra, ha così spiegato: “I colleghi dell’Unicef sul campo hanno descritto la situazione come un’inondazione grave a Beira e nelle aree circostanti. Le persone sono in condizioni disperate, diverse migliaia attualmente si trovano su tetti, alberi e altre superfici elevate. Un totale di 267 aule e 24 centri sanitari sono stati distrutti”.
Ciclone Idai: tantissime le famiglie e i bambini colpiti
L’Unicef avverte, però, che è difficile fornire delle stime esatte: i dati cambiano di continuo e solamente nei prossimi giorni si potranno dare dei numeri più precisi. La situazione è aggravata dal fatto che molte strutture mediche, fra cui anche la sala d’emergenza dell’ospedale di Beira, sono andate distrutte e quindi non è possibile eseguire interventi chirurgici importanti. Tuttavia il reparto pediatrico di Beira per ora è ancora funzionante. Il problema non è, però, solo legato alla difficoltà di prestare cure sanitarie: bisogna anche considerare l’assenza di case e alloggi e la costante ricerca delle persone scomparse, fra cui molti bambini.
L’Unicef si sta adoperando in tutti i modi affinché ci sia una fornitura costante di acqua che sia sicura da bere, per evitare ulteriori epidemie legate all’assunzione di acqua non potabile. Per fare questo, l’Unicef sta aiutando il Governo distribuendo pastiglie per rendere l’acqua potabile e medicine. Alcune scorte si trovano a Beira, ma purtroppo anche il magazzino dell’Unicef è stato danneggiato.
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Via: Agensir