
Il test combinato per le donne incinta - (bebeblog.it)
Un test gratuito per le future mamme. Ecco come poter usufruire di questa lodevole iniziativa per le gestanti
Attivato il test combinato per lo screening delle più comuni anomalie cromosomiche, ora disponibile gratuitamente per le gestanti tra l’undicesima e la tredicesima settimana. Questo esame non invasivo comprende un’ecografia e un prelievo di sangue, identificando precocemente patologie come la trisomia 21 e la trisomia 18.
La salute delle donne in gravidanza è un tema di fondamentale importanza che merita un’attenzione particolare, non solo per il benessere della madre, ma soprattutto per quello del nascituro. In questo contesto, l’introduzione del test combinato per lo screening delle anomalie cromosomiche, ora disponibile gratuitamente, rappresenta una significativa evoluzione nelle politiche sanitarie italiane. Questo esame, che fino a poco tempo fa era accessibile solo a pagamento, offre un’opportunità cruciale per rilevare precocemente eventuali problematiche legate alla gravidanza e garantire un monitoraggio adeguato.
Cosa è il test combinato e come accedervi
Il test combinato è un esame non invasivo, fondamentale per la diagnosi precoce di anomalie cromosomiche come la trisomia 21 (sindrome di Down), la trisomia 18 (sindrome di Edwards) e la trisomia 13 (sindrome di Patau). Queste patologie sono associate a gravi disabilità intellettive e malformazioni fetali, rendendo essenziale la loro identificazione tempestiva. Il test si compone di due fasi principali: un’ecografia per la misurazione della translucenza nucale e un prelievo di sangue materno. La translucenza nucale, ovvero lo spazio presente nella parte posteriore del collo del feto, è un indicatore chiave e la sua misurazione, effettuata tra l’undicesima e la tredicesima settimana di gravidanza, può fornire informazioni preziose sulla probabilità di anomalie cromosomiche.

Il prelievo di sangue viene effettuato circa 10-12 giorni prima dell’ecografia e analizza specifici marcatori biologici che, se inalterati, possono indicare un rischio ridotto di anomalie. Combinando i risultati di questi due test, i medici possono calcolare una probabilità di anomalie cromosomiche, fornendo così un quadro più chiaro della salute del feto.
Grazie all’inserimento del test combinato nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ora le gestanti possono usufruire di questo esame senza alcun costo. Questo cambiamento rappresenta un passo importante verso una maggiore equità nell’accesso ai servizi sanitari, soprattutto in un momento così delicato della vita della donna. La prestazione è erogata presso l’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento, sotto la direzione del prof. Massimo Franchi e del dott. Valentino Bergamini.
Le modalità di prenotazione sono semplici e accessibili. Le donne in gravidanza possono prenotare il test tramite il Centro Unico di Prenotazione (Cup) presentando un’impegnativa del medico di medicina generale. Tuttavia, per quelle che hanno già avviato un percorso di assistenza ostetrica nelle prime settimane di gravidanza, la prenotazione può essere effettuata anche dal personale medico o infermieristico dopo la prima visita. È importante notare che le esenzioni sono valide fino alla tredicesima settimana di gravidanza, utilizzando i codici per le prestazioni 88.78.4 (ecografia ostetrica) e 90.17.6 (duo test).
La diagnosi precoce delle anomalie cromosomiche è cruciale per diversi motivi. In primo luogo, consente ai genitori di ricevere informazioni dettagliate sullo stato di salute del feto, offrendo la possibilità di pianificare il proprio percorso di assistenza e supporto. Inoltre, identificare precocemente eventuali anomalie permette di valutare opzioni di intervento e di prepararsi emotivamente e psicologicamente a qualsiasi eventualità.
È fondamentale sottolineare che il test combinato non è un test diagnostico, ma uno screening; questo significa che i risultati devono essere interpretati in modo cauteloso. In caso di esito positivo, è comune che vengano consigliati ulteriori accertamenti, come l’amniocentesi o il prelievo dei villi coriali, per confermare o escludere le anomalie rilevate.