Come funziona il congedo di maternità per le lavoratrici autonome a partita Iva? Tutto quello che c’è da sapere.
Il congedo di maternità per le lavoratrici autonome titolari di partita IVA rappresenta una tutela fondamentale che consente di ricevere un sostegno economico durante un periodo delicato come quello della nascita di un figlio
. Con l’incremento delle donne che scelgono di lavorare in autonomia o con collaborazioni basate su partita IVA, conoscere i dettagli normativi e procedurali di questo beneficio diventa sempre più rilevante.
I requisiti e i destinatari del sussidio di maternità per lavoratrici autonome
Il sussidio di maternità è un’indennità economica erogata dall’INPS, rivolta alle donne titolari di partita IVA iscritte alle relative gestioni previdenziali. Possono beneficiare di questa indennità, senza obbligo di astensione dall’attività lavorativa, lavoratrici appartenenti a categorie come commercianti, artigiani, coltivatori diretti, imprenditori agricoli, e pescatori autonomi. Per accedere al sussidio, è indispensabile che la lavoratrice sia regolarmente iscritta alla gestione INPS di riferimento e che abbia versato i contributi durante il periodo di maternità.
In caso di mancato versamento, infatti, il diritto all’indennità può essere compromesso. Analogamente alle lavoratrici dipendenti, le autonome hanno diritto a un periodo di congedo di maternità di cinque mesi: due mesi antecedenti la data presunta del parto e tre mesi successivi. In presenza di gravi complicanze mediche, l’indennità può essere anticipata anche oltre i due mesi prima della nascita. Il beneficio si estende anche alle lavoratrici autonome che adottano, con cinque mesi di indennità a partire dall’ingresso del minore in famiglia per le adozioni nazionali e dall’ingresso in Italia per quelle internazionali.
Per l’affidamento non preadottivo, invece, la durata si riduce a tre mesi, con possibilità di fruire del sussidio entro cinque mesi dall’affidamento anche in maniera frazionata. L’INPS eroga l’indennità tramite diverse modalità di pagamento: bonifico postale, accredito su conto corrente bancario o postale, libretto postale o carta di pagamento con IBAN, garantendo così flessibilità nel ricevimento del sostegno economico. L’importo del sussidio corrisponde all’80% della retribuzione giornaliera media, calcolata sulla base del reddito degli ultimi dodici mesi.

Congedo di maternità per le lavoratrici autonome a partita Iva: come funziona – bebeblog.it
Il valore deve rimanere entro i limiti minimi e massimi annualmente stabiliti dall’INPS, come previsto dalla circolare n. 93 del 26 maggio 2003. Nel caso di interruzione di gravidanza oltre il terzo mese, l’indennità viene corrisposta per un massimo di 30 giorni. Un esempio pratico: per un reddito annuo lordo di 25.000 euro, la retribuzione giornaliera media è di circa 68 euro. L’80% di questa somma, pari a circa 54 euro, costituisce l’indennità giornaliera, che moltiplicata per circa 100 giorni di congedo dà un totale di 5.400 euro, ovvero circa 1.080 euro mensili.
La domanda per il sussidio deve essere presentata online tramite il portale INPS, utilizzando SPID, CIE o CNS, oppure tramite Contact Center, sportelli INPS, CAF o patronati. È necessario compilare il modulo specifico, allegando il certificato medico di gravidanza e un documento di identità valido. La richiesta va inoltrata entro due mesi prima della data presunta del parto e non oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile per evitare la decadenza dal diritto. Per le professioniste con partita IVA non iscritte alle gestioni INPS ma a casse previdenziali private, come medici, geometri o architetti, è comunque previsto un sussidio di maternità della durata di cinque mesi.
La normativa consente di fruire di questo congedo anche solo nei tre mesi successivi al parto, a scelta della beneficiaria. L’erogazione dell’indennità avviene secondo le procedure stabilite dalle rispettive casse di previdenza, senza obbligo di sospensione dell’attività lavorativa durante il periodo di ricezione del sussidio. Il sistema di tutela per le lavoratrici autonome titolari di partita IVA continua a evolversi per garantire un supporto efficace e flessibile alle donne che affrontano la maternità, offrendo strumenti per conciliare il lavoro con le esigenze familiari in modo più sereno e consapevole.

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