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Pavor nocturnus nei bambini: come si manifesta e come si affronta

Ecco come affrontare correttamente il terrore notturno nei bambini per tranquillizzarli al meglio

Pavor nocturnus nei bambini: come si manifesta e come si affronta

Chissà quante volte vi sarà capitato di essere svegliati nel cuore della notte dal pianto inconsolabile dei vostri bimbi. Se generalmente ciò può derivare dal risveglio da un brutto sogno, in alcuni casi i motivi sono da riscontrarsi altrove, nel terrore notturno, ad esempio.

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Come si manifesta

Si parla di pavor nocturnus nei bambini quando durante la notte, specie nella prima metà di essa, si verifichino dei risvegli improvvisi accompagnati da grida, pianti, sudorazione e tachicardia.

Il bambino si mostra profondamente agitato e confuso e non sembra neanche accorgersi della presenza di mamma o papà. Ha un’espressione spaventata e sembra non riuscire a calmarsi. Tale manifestazione può durare da qualche secondo a pochi minuti.

Tranquillizzatosi una volta superato “l’attacco”, il piccolo torna a dormire come nulla fosse. Al mattino successivo, però, da l’impressione di non ricordare nulla di quanto accaduto la notte precedente.

Come si affronta

Il pavor nocturnus si affronta attraverso una serie di precauzioni ed accorgimenti volti, da un lato a minimizzare le eventuali conseguenze, e dall’altro ad evitare che il piccolo si carichi di ansia.

Innanzitutto si può procere con il mettere in sicurezza la cameretta ponendo ai lati del letto dei cuscini per evitare che, agitandosi o alzandosi di botto, possa sbattere contro il muro, il comodino o per terra e rimuovendo gli eventuali oggetti che potrebbero costituire un ostacolo laddove si alzi.

E’ bene prestare attenzione anche al tipo di alimentazione durante la cena: no a cibi pesanti che richiedano una lunga digestione ed a bevande gassate o alimenti contenenti caffeina, che potrebbero rendere il sonno irrequieto. Fate sì che il bambino vada a letto tranquillo, magari leggetegli una storia prima della nanna.

E’ sconsigliato sia svegliare il bambino durante la “crisi” che mostrarsi agitati, toccarlo o, peggio, scuoterlo: stategli semplicemente vicino e parlategli con tranquillità. Evitate di raccontargli dell’episodio il giorno successivo per non alimentare in lui preoccupazioni che andrebbero a sfociare in ansie inutili.

Foto | woodleywonderworks

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