L’ebola in Congo colpisce sempre di più i bambini, soprattutto quando sono piccoli. Bambini vittime del virus, ma anche delle conseguenze che l’epidemia ha nel loro paese. Migliaia di piccoli hanno perso almeno uno dei genitori. Gli orfani spesso vengono isolati, abbandonati, diventano vittime di abusi e sfruttamenti. E possono anche finire in mano di gruppi armati. Rimangono soli, non c’è più nessuno che si prenda cura di loro. Non possono andare a scuola, perché non possono pagare le tasse o perché gli istituti vengono chiusi.
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di un’emergenza di carattere internazionale. Tutti dovrebbero aiutare, per fare in modo che le persone contagiate e i malati vengano curati e dando una sepoltura degna e sicura a chi non ce l’ha fatta. La scarsa fiducia che le comunità locali hanno di fronte all’intervento di forze straniere, seppure mediche e sanitarie, deve essere combattuta spiegando i rischi che si corrono.
Save the Children in Repubblica Democratica del Congo è da sempre impegnato nella lotta al virus ebola, per fermarne la diffusione, aiutando anche il Ministero della Salute con interventi di prevenzione e controllo, dando supporto alle comunità locali, sensibilizzando e sostenendo l’operato delle cliniche, attraverso servizi igienico sanitari. Finora sono state raggiunte più di 1,1 milioni di persone. 834.000 bambini sono stati aiutati. Ma si può e si deve fare sempre di più.
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