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Cronaca

60 anni della RAI: Carosello e la pubblicità per famiglie

Carosello il “teatrino” per tutta la famiglia, nato nel 1957, è un programma unico nel suo genere se si scorrono i 60 anni della Rai. Forse uno dei più memorabili.

“Dopo Carosello tutti a nanna”. Che emozione per i bambini del tempo all’idea di raccogliersi con tutta la famiglia di fronte alla tv per seguire le saghe animate, il mini show, gli sketch comici. I genitori si rivolgevano così ai bambini degli anni ’50 entusiasti come i piccoli del lancio dell’unico canale Rai in bianco e nero. Proprio la rete che ha appena compiuto 60 anni.

Carosello nasce il 3 febbraio del 1957, tre anni dopo la partenza del canale Rai (il 3 gennaio del 1954), per andare in onda tutte le sera dalle 20.50 alle 21.00 prima del telegiornale. Con una formula unica nel suo genere, nasce come show di intrattenimento, composto da quattro mini show, correlato da un “codino” di massimo 30 secondi in cui si promuoveva il prodotto, in quanto non poteva essere assolutamente un contenitore di messaggi pubblicitari. Secondo la legge vigente non era permesso fare della pubblicità all’interno di alcuno show tv serale.

Il contenitore, formula di consumo per famiglie, nasce come momento in cui tutta la famiglia si ritrovava davanti alla tv compresi i piccoli che avevano il permesso di rimanere svegli per seguire le storie animate dei loro beniamini. Era il momento in cui ci si raccoglieva in famiglia per seguire l’attore, il personaggio noto (Mina, Tognazzi, Vianello, Bramieri, Totò, Eduardo De Filippo) il presentatore, la fiaba o il cartone animato realizzato dai più bravi disegnatori (Osvaldo Cavandoli, Bruno Bozzetto, Nino e Toni Pagot, solo per citarne alcuni).

Chi può dimenticare e non provare nostalgia per Calimero, Gatto Silvestro, La Linea, Susanna Tuttapanna, Caballero e Carmencita, Papalla, Jo Condor e El Merendero? Tutta un’altra storia rispetto ad oggi.

Certo i meccanismi pubblicitari di oggi sono diversi, e vengono subito in mente gli spot di oggi, quello del “mulino bianco” o delle merendine: ai nostri tempi gli spot sono diretti e indirizzati direttamente ai bambini, i primi consumatori in fatto di alimenti e giocattoli.

Allora era tutto più ammorbidito, più magico. La trasmissione era una forma d’arte in grado di intrattenere e coinvolgere, non un semplice spot. Non c’era il tampinamento di immagini per giorni e giorni, una sorta di lavaggio del cervello soprattutto per i bimbi. Allora c’era solo un piccolo spazio dedicato alle reclame. Era questa la formula vincente: rammentarsi del personaggio, dell’attore, dello sketch, immedesimarsi nel protagonista. Era questo che invogliava i consumatori all’aquisto.

Foto | Carosello @facebook

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